La diffusione delle auto elettriche continua ad essere molto limitata, ed ora c’è una possibile causa che riguarda un gigante del settore. Ecco cosa è stato annunciato e qual è la causa dei problemi.
I dubbi sulla completa elettrificazione del settore automotive non possono che aumentare alla luce degli ultimi dati di mercato. Anche nel 2025, non c’è stata quella svolta auspicata dai costruttori, dai governi e dai fornitori e produttori di batterie, dal momento che il cliente continua a preferire soluzioni termiche o ibride. Le BEV continuano ad avere prezzi eccessivi ed autonomie ridotte, che generano il problema dell’ormai ben nota ansia da ricarica.
Il gruppo Stellantis sta rivedendo i propri piani sotto la guida di Antonio Filosa, strizzando l’occhio ad un ritorno al motore termico e concentrandosi maggiormente sull’ibrido. Tradotto, le auto elettriche non fanno il gioco degli affari delle aziende, e per i fornitori inizia a mettersi male. Un nuovo caos sta attanagliando la produttrice di batterie Northvolt, azienda svedese che ha da poco annunciato la bancarotta. La sua divisione americana, infatti, non potrà costruire una Gigafactory di cui si era a lungo parlato in Canada, e la vicenda è tutt’altro che conclusa.
Auto elettriche, niente Gigafactory in Canada per Northvolt
Dopo la bancarotta annunciata ad inizio estate, la Northvolt si ritrova a gestire un’altra soluzione delicata. Infatti, non verrà più costruita la Gigafactory in Canada, nella regione del Québec, dal momento che il governo locale ha deciso di ritirare i finanziamenti da 7 miliardi di dollari locali, pari a 4,35 miliardi di euro al cambio attuale. I fondi erano stati stanziati per la costruzione della fabbrica di batterie a Saint-Basile-le-Grand e McMasterville, a pochi chilometri dalla città di Montreal. Il terreno prescelto ha una grandezza pari a quella di 318 campi da calcio, ma il piano è stato ritenuto dalle autorità insoddisfacente.

Secondo quanto reso noto da “Le Journal“, il procuratore generale si rivolgerà ora alla Corte superiore, per tentare di recuperare almeno una parte dell’investimento già effettuato oltre gli interessi, per circa 260 milioni di dollari. Non ci sarà nulla da fare, invece, per i 270 milioni di dollari impegnati nella società. Northvolt ha duramente attaccato la decisione del governo del Quebec e la vicenda passerà ora per vie legali, affermando quanto segue: “Considerati gli sforzi già compiuti ed ancora in corso per trovare un acquirente, è importante ricordare che Northvolt North America non è in bancarotta, e dispone di solide risorse finanziare così da rilanciare un grandioso progetto“.