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Chi produce i motori Aprilia? Ecco come stanno le cose, storia assurda

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Davide Russo

Non c’è appassionato di due ruote al mondo che non conosca l’Aprilia. La sua storia è un elogio alla capacità imprenditoriale italiana.

Sul finire degli anni ’90 non era difficile incontrare gruppetti di ragazzi fuori dalle scuole che, a cavallo del nuovo secolo, sognavano il mondo delle corse dominato dalle moto italiane. Oggi assistiamo ai successi in pista della Ducati, ma i tempi sono cambiati. Prima c’era sempre qualche genitore che intratteneva il figlio e gli amici del ragazzo con delle storielle di motociclismo e dei suoi campioni.

Chi produce i motori Aprilia? (Adobe) tuttomotoriweb.it

Le origini di Aprilia risalgono all’immediato dopoguerra quando a Noale, in provincia di Venezia, il Cavaliere Alberto Beggio fondò una fabbrica per la produzione di biciclette. Il figlio di Alberto, Ivano Beggio, si affacciò alla guida della piccola azienda nel 1968 e costruì la prima “moto” Aprilia, un cinquantino color oro e azzurro.

Colibrì e Daniela divennero i primi ciclomotori Aprilia, ma il mezzo che più si fece notare fu il ciclomotore da cross Scarabeo del 1970. Il 1974 è l’anno di nascita della prima vera moto da cross, che viene affidata a titolo sperimentale a Maurizio Sgarzani, un pilota della categoria Cadetti che non sfigura nelle prime gare. Da quella moto i tecnici Aprilia traggono il modello RC 125 presentato al Salone di Milano, iniziando quel connubio inscindibile tra produzione sportiva e di serie da sempre caratteristica dell’azienda di Noale.

Nel 1975 viene presentata la prima Aprilia da competizione con ambizioni di vittoria. Per il pilota si punta su Ivan Alborghetti, crossista milanese che ha già dimostrato la stoffa del campione, e i risultati non si fanno attendere. I primi successi sportivi aiutano a far conoscere il nuovo marchio italiano fra gli appassionati di off-road e, con la vendita delle “repliche” delle RC e MX 125.

I primi titoli arrivano nel 1977 nel campionato italiano cross nelle classi 125 e 250. In dieci anni l’azienda era cresciuta notevolmente: dal 1969 al 1979, la produzione annua di ciclomotori era passata dalle 150 alle 12.000 unità, mentre per le moto in soli quattro anni la produzione superò le 2.000 unità annue.

L’evoluzione del brand Aprilia

Nei primi anni ‘80 Aprilia diventa un laboratorio di idee e progetti che genereranno la sua grande affermazione internazionale. Il salto di qualità operato da Aprilia si vede anche nelle piccole cilindrate, con l’uscita nel 1986 della AF1, veicolo che ripropone esteticamente e tecnicamente i contenuti delle sportive di cilindrata maggiore, così come in campo enduro, dove, accanto alle ETX, si affiancano la Tuareg, ispirata alle moto dei grandi rally africani in quegli anni molto in voga, con il maxi serbatoio e una dotazione più accurata.

Aprilia Tuono in strada (Adobe) tuttomotoriweb.it

Nel Motomondiale negli anni ’80 arrivarono successi clamorosi. Il fuoristrada, in ogni caso, resta una delle specialità della casa di Noale: il 1990 è l’anno di Pegaso 600, la moto che ha rivoluzionato il settore con una ciclistica di derivazione fortemente fuoristradistica destinata però a un uso principalmente stradale. Oggi, come allora, la produzione fa rima con Italia. Nel dicembre 2004 Piaggio è entrata nel business delle moto con l’acquisizione dei marchi motociclistici Aprilia e Moto Guzzi. A Noale è iniziato un nuovo corso, sempre improntato sul made in Italy.

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Davide Russo

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