Il sette volte iridato, Michael Schumacher, una volta fu scambiato per un ragazzo delle consegne. Ecco l’esilarante storia sul Kaiser.
E’ difficile immaginare un pilota più famoso al mondo di Michael Schumacher. Il driver, dopo aver vinto due mondiali con la Benetton, ha conquistato cinque mondiali di fila con la Scuderia Ferrari. E’ stato tra i campionati più impressionanti che il circus della F1 ha potuto vantare. Il suo viso divenne il manifesto della categoria, soprattutto grazie al quinquennio aureo a Maranello.
Prima del suo esordio in Formula 1, l’allora meccanico del team Jordan Grand Prix, Andy Stevenson, ha raccontato alla Bild un curioso caso su Michael Schumacher. Il tedesco ha debuttato poi nel team di Eddie Jordan nel 1991 su una verdissima 191 sull’iconico tracciato di Spa Francorchamps. I suoi tempi in qualifica fecero subito impallidire i migliori driver dell’epoca, a partire da Ayrton Senna.
Eddie Jordan andò dai meccanici e disse apertamente che il driver Bertrand Gachot non era in grado di guidare la monoposto sponsorizzata 7 Up. Quest’ultima, per un breve periodo, sponsorizzò due case automobilistiche di Formula 1: la Benetton durante la stagione 1989 e la Jordan durante l’annata 1991. “Eddie ha detto: ‘Abbiamo questo giovane pilota, Michael, che ha guidato in Giappone’“, ha raccontato Stevenson.
Michael Schumacher ebbe la grande occasione, dopo i fasti nelle categorie minori. A quel punto i meccanici della Jordan si fecero in quattro per mettere nelle migliori condizioni possibili il Kaiser. Il tedesco colse al volo l’occasione, ma prima del suo debutto avvenne un episodio clamoroso.
In fabbrica c’era un ritardo e all’improvviso arrivò un giovane fattorino. “E poi ci siamo resi conto: questo non è un fattorino, è il nostro nuovo pilota di Formula 1 – ha raccontato Stevenson – il suo livello di professionalità era già superiore a qualsiasi cosa avessimo sperimentato con altri driver”. Sin da quando si posizionò nell’abitacolo, Michael era convinto di quello che poteva fare. Oggi i suoi gioielli sono all’asta.
Il tedesco voleva essere coinvolto e aiutare la squadra. “Dopo due o tre giri era già più veloce di qualsiasi altro in precedenza – ha spiegato il meccanico – Stava battendo i tempi sul giro. Ricordo distintamente di aver detto ad un amico dopo la sessione di test ‘abbiamo appena testato un futuro campione del mondo’“. Il Kaiser trovò subito il feeling ideale con la vettura.
Erano tempi diversi. I piloti facevano ancora la differenza nell’abitacolo. Michael attirò subito l’interesse di altri team. Flavio Briatore fu il più lesto a cogliere l’occasione, aprendogli le porte della Benetton.
Agli inizi degli anni ’90 c’erano in Jordan soli tre designer per l’auto, mentre oggi i team ne vantano 300. Le monoposto erano progettate in garage e c’era ancora una manualità estrema. Oggi i garagisti sono, praticamente, scomparsi. Michael ha vissuto ancora un’epoca romantica del circus, per poi chiudere la sua carriera in Mercedes.
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