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Come funziona un Autovelox? Ecco come fa a “beccarvi” in fallo

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Davide Russo

Gli Autovelox sono il costante pensiero degli automobilisti che hanno il piede pesante. L’invenzione è italiana è ha cambiato il modo di guidare.

Un tempo gli italiani avevano “molta fretta” alla guida; sempre pronti a lanciarsi nel weekend alla massima velocità per qualche gita fuori porta. Sulle strade di tutti i giorni non erano da meno. Da quando sono stati introdotti gli Autovelox la musica è cambiata. L’invenzione è stata fatta nel nostro Paese proprio per catturare i furbetti che non rispettavano le basilari norme del Codice della Strada.

Autovelox sistema in azione (Adobe Stock)

Si è trattata di una innovazione che ha stravolto in tutto il mondo il modo di guidare. Gli Autovelox sono stati adottati anche all’estero per registrare la velocità di un veicolo. Il marchio appartiene ad una società fiorentina, la Sodi Scientifica, ma è diventato un brand riconosciuto ovunque. L’ingegnere fiorentino Fiorello Sodi negli anni ’70 brevettò l’Autovelox. In precedenza c’erano dei sistemi per la misurazione della velocità, ma venivano usati per altri scopi.

Avrete, certamente, visto dei vecchi filmati dove i piloti della Mercedes, in Germania alla fine degli anni ‘50, venivano analizzati con dei dispositivi per la misurazione della top speed. Il sistema moderno, congeniato dall’ing. Sodi, è basato su sensori di pressione messi ad una certa distanza tra di loro per calcolare in modo rapido la velocità di un veicolo.

Nel nostro Paese vi sono Autovelox che misurano la velocità istantanea e quelli che mettono in luce la velocità media in uno specifico tratto. Possono essere fissi, oppure anche mobili per rendere ancora più imprevedibile il controllo. Il dispositivo si attiva quando un mezzo attraversa il primo fascio laser, a quel punto scatta un cronometro che si conclude con il secondo fascio laser. Il sistema funziona con la formula Velocità=Spazio/Tempo.

Quando scatta l’infrazione? Nel momento in cui il sistema registra una velocità più elevata di quella prevista, l’Autovelox produce una istantanea per catturare la targa del trasgressore. Quindi fasci laser, fotocamera e anche un forte flash in caso di foto notturne inchiodano il trasgressore. Con 10.794 sistemi di misurazione della velocità, l’Italia ha più dispositivi di qualsiasi altro Paese europeo.

Autovelox, spazio al Telelaser

Oltre ai classici Autovelox prendono largo anche i Telelaser, equipaggiati da una videocamera ad alta definizione che registra la scena. Non solo si va ad individuare la velocità, ma anche se la persona alla guida non ha la cintura o sta parlando al telefono. Il laser, puntato verso il mezzo da un tecnico, permette con un sensore ottico hi-tech di intercettare il segnale di ritorno generato dal riflesso sulla carrozzeria della vettura.

D’ora in vanti sarà ancora più salata la multa in caso di problematiche connesse alle violazioni del Cds. L’onda elettromagnetica o sonora in movimento funziona in modo simile al passaggio di un ambulanza con sirena accesa, andando a catturare l’“interesse”, sfruttando l’effetto Doppler. Nonostante la super tecnologia, qualsiasi strumento di rilevazione della velocità può commettere degli errori. Autovelox, in questo caso puoi contestare la multa: ecco come.

Occhio ai tutor

I Safety Tutor, ad esempio, sono dispositivi che rilevano la velocità media in uno specifico tratto di strada (dai 15 ai 20 km) e non la velocità istantanea come gli Autovelox. Con dei sensori nell’asfalto si registra se passa una moto, un’auto o un tir. Si attiva una videocamera che scatta una foto alla targa e registra data e orario di transito.

Patente, quando è obbligatoria la “P” dietro l’auto? Come stanno le cose. La legge italiana prevede un grado di tolleranza per gli Autovelox. Se c’è un limite di 30 Km/h e c’è un margine di tolleranza di 5, tecnicamente si può anche andare a 35 Km/h senza incappare in sanzioni.

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Davide Russo

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