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Formula 1

F1, la FIA vuota il sacco sul caso Red Bull: sentite cosa è successo

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Giovanni Messi

La Red Bull ha dominato la prima stagione della nuova era della F1, ma il Budget Cap gate non è ancora terminato. Arriva un duro commento.

Non c’è pace per il mondo della F1, al cui interno continuano ad alternarsi giochi politici e lotte per il potere. Va detto che l’avvento sulla scena della Red Bull e della Mercedes ha cambiato il modo di dominare il Circus, portando in alto il discorso legato alla supremazia sul fronte dei rapporti con la FIA.

F1 Red Bull RB18 Max Verstappen durante le qualifiche del GP del Brasile (LaPresse)

La politica, in passato, era meno invischiata con lo sport, ma i team di Milton Keynes e Brackley, che dal 2010 in avanti si dividono i titoli, hanno guadagnato tantissimi punti anche grazie a dei forti rapporti interni. Come dimenticare il test segreto della Mercedes fatto nel 2013 con le Pirelli dopo le difficoltà delle prime gare?

Lo stesso discorso, in chiave Red Bull, può essere fatto relativamente a quella stagione, dominata da Sebastian Vettel nella seconda parte dopo un inizio difficile. Per le prime gare venne portato un tipo di gomma che permetteva a Ferrari e Lotus di lavorare perfettamente sulle coperture, ma la costruzione venne poi modificata mettendo le ali alla vettura di Adrian Newey.

Da quel momento in poi, il dominio politico è passato nelle mani di Toto Wolff, ma Christian Horner non è di certo sparito dalla scena. A patire e non poco questa superiorità dei rivali è stata la Ferrari, che ormai è trattata come se fosse un team qualunque, nettamente indietro sul fronte dei rapporti con i piani alti ed inesistente a determinati livelli.

Per accorgersene, basta semplicemente guardare le gare ed interpretare le modalità con cui in F1 vengono assegnate le penalità. A Singapore, Sergio Perez vinse ma commettendo una chiara infrazione sotto Safety Car. I commissari lo hanno poi messo sotto investigazione, ma il successo non gli venne sottratto, dal momento che il messicano riuscì ad essere interrogato dai giudici provando la sua innocenza.

La stessa cosa, invece, non è stata permessa a Charles Leclerc in quel di Suzuka, quando gli vennero rifilati cinque secondi di penalità subito dopo la gara per il taglio della chicane. Quella decisione consegnò il titolo mondiale a Max Verstappen proprio sulla pista di casa della Honda, ed a pensare male, alle volte, ci si azzecca.

In questo discorso, lungi da noi, non vogliamo mettere in dubbio le qualità tecniche di Red Bull e Mercedes e dire che hanno vinto a raffica soltanto per dei rapporti facilitati con la FIA. Tuttavia, il loro potere politico ha sicuramente compromesso la genuinità di un tempo di questo sport, ed il caso Budget Cap è stato soltanto l’ultimo di una serie di manovre molto discusse negli ultimi anni.

F1, Ben Sulayem parla della questione Budget Cap

La F1 ha rafforzato il Budget Cap nel 2022, portando il tetto di spesa ad un massimo di 140 milioni all’anno. In quel di Singapore, poche ore prima dell’inizio delle prove libere, alcune indiscrezioni che parlavano di uno sforamento da parte della Red Bull iniziarono a farsi largo nel paddock, portando la FIA ad aprire un’indagine.

Dopo un mese discussioni, la Federazione Internazionale ha comminato al team di Milton Keynes una sanzione pecuniaria pari a circa 7 milioni, oltre che ad una riduzione del tempo di lavoro in galleria del vento del 10% per il 2023. In molti hanno visto questa penalità come una tiratina d’orecchie, dal momento che la maggior parte delle squadre sperava in sanzioni sportive ben più severe.

Nel corso del week-end del GP di Abu Dhabi che ha chiuso il mondiale di F1, il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha concesso un’intervista al “Corriere della Sera“, raccontando la vicenda Budget Cap e come si interverrà in futuro per cercare di evitare il ripetersi di una situazione simile e così scomoda.

Ecco le sue parole: “L’anno 2021 è stato il primo anno del regolamento finanziario. È molto difficile da applicare ed è per questo che abbiamo anche discusso di assumere più persone per monitorarlo meglio. Non si tratta solo di regole tecniche e sportive, ma anche di regolamenti finanziari e di monitoraggio ed applicazione. Puoi inventare regole, ma se non hai la forza lavoro e le persone giuste per farle rispettare, è tutto inutile“.

Riguardo alla Red Bull, Sulayem ha detto: “Alcune squadre diranno che la penalità per la Red Bull è stata molto lieve. Alcune squadre avrebbero preferito vedere il sangue in questo caso. Dobbiamo essere onesti però. Vogliamo perdere la Red Bull o vogliamo solo punirli in un certo senso? Sono sicuro che non lo rifaranno in futuro dopo questa particolare vicenda, non accadrà più e ne sono certo“.

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Giovanni Messi
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