L’ex tecnico del team LCR Honda svela alcuni retroscena sull’attività di spionaggio ad opera degli uomini di Marc Marquez.
Il campionato del mondo di MotoGP è uno sport dove anche un solo decimo di secondo può fare la differenza. Le attività di spionaggio sono una pratica abbastanza diffusa e anche per questo motivo a volte servono permessi prima di poter fotografare o effettuare riprese video all’interno del box. Quando una moto subisce dei danni è facile che oltre la carena possa svelare dettagli scoperti in superficie.
In una categoria fortemente tecnologica ogni pelo può essere trave, un segreto dei rivali di grande aiuto per capire come si stanno muovendo gli altri costruttori e magari copiare spunti utili per i propri prototipi. A confermare questa abitudine è l’ex direttore sportivo Osca Haro, per molti anni nel team LCR Honda di Lucio Cecchinello, durante un intervento sul canale Twitch di Nico Abad: “Lo spionaggio in MotoGP è fondamentale. Abbiamo tecnici in pista con un videometro per registrare il passaggio in curva dei piloti che indica Marc Marquez. Marc disse che dovevano monitorare due piloti che erano campioni del mondo (Bagnaia e Quartararo, ndr) e aveva bisogno di sapere cosa stessero facendo con le loro moto”.
C’è grande fiducia nell’esperienza e talento di Marc Marquez, tanto che gli ingegneri e i vertici HRC sanno di dover seguire con attenzione le sue indicazioni utili. “Quando Marc ritorna ai box Takeo (Yokoyama, ndr) gli chiede informazioni, ad esempio, su Yamaha: a che punto sono? Dive sta migliorando? Cosa riesce a fare meglio?”.
In più occasioni è stato notato che il fenomeno di Cervera si mette in scia agli avversari per migliorare i tempi sul giro (a volte scatenando polemiche), soprattutto nei turni di qualifiche. Ma secondo Oscar Haro l’intento non è solo cronometrico, ma cela dell’altro… “Quando si mette alle spalle di Fabio Quartararo o Pecco Bagnaia è perché sa che vinceranno la gara. E sta prendendo informazioni per Takeo. Marc spiega come frenano, come rialzano la moto, le pieghe… Queste sono informazioni molto utili”.
In ogni caso Marc Marquez cerca di studiare tutto nei minimi particolari, anche nel tempo a cavallo tra una sessione e l’altra e tra una giornata e l’altra. Una metodologia che è andata intensificandosi soprattutto dopo la sua lunga assenza dalla pista a causa dell’infortunio al braccio. “Marc è malato, non c’è pilota come lui in quanto a talento e voglia di imparare”.
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