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Addio a Kunimitsu Takahashi, grande pilota giapponese in MotoGP ed F1

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Oscar Slaifer

Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro Kunimitsu Takahashi, pilota giapponese famoso in patria e non solo.

E’ stato un vero mito per milioni di giapponesi, il primo grande pilota ad entusiasmare le folle del suo Paese. Parliamo di Kunimitsu Takahashi, che è morto all’età di 82 anni. L’annuncio è stato dato dalla Honda. In una carriera durata cinque decenni, Takahashi è stato un pioniere per i motociclisti giapponesi nei Gran Premi prima di intraprendere una carriera di successo anche con le quattro ruote, che lo ha portato a vincere sia sulle monoposto, con sui prototipi e le auto da turismo.

Lutto motomondiale (Getty Images-Adobe Stock)

Insomma un pilota che ha lasciato il segno in patria ma non solo, che ha combattuto fino all’ultimo la sua battaglia contro il cancro ma che purtroppo è dovuto arrendersi.

Takahashi, l’eroe del Giappone

Nato il 29 gennaio 1940, fece il suo grande ingresso nelle corse motociclistiche verso la metà degli anni ’50. Ma per vedere la sua prima vittoria si deve andare fino al 1961, quando fece suo il Gran Premio di Germania nella classe 250. Il sodalizio con la Honda durò fino al 1962 e gli fruttò altre tre vittorie in 125. Poi un incidente mortale nel TT dell’Isola di Man e la successiva perdita di forma convinsero Takahashi a rivolgere la sua attenzione alle corse automobilistiche, ma solo a partire dal 1965.

Kunimitsu Takahashi (fonte Facebook)

Il giapponese fu messo sotto contratto dalla Nissan. Contribuì al successo di auto come il prototipo R380 e la Skyline 2000 GT-R auto da turismo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, quando la scena nazionale giapponese era ancora agli albori. Fece parte anche lui del “triplete” di 906 che vinsero il Gran Premio del Giappone 1967, finendo 2° dopo un lungo duello con Tetsu Ikuzawa.

Da lì in poi, Takahashi è diventato uno dei principali piloti del team. Ha partecipato a tutte le gare del Gran Premio del Giappone dal 1967, e ha ottenuto la sua prima vittoria nella classe TS-B nel 1971, con la leggendaria Nissan Skyline GT-R. Le sue tecniche per curvare lo hanno reso una leggenda, tanto che è considerato uno dei padri fondatori del drifting. Nel 1977 ha disputato la sua prima e unica gara di F1, il Gran Premio del Giappone, dove ha concluso con un grande 9° posto assoluto.

Sebbene sarebbe rimasto competitivo nelle monoposto fino agli anni ’80, i più grandi successi in carriera di Takahashi sono arrivati ​​con altri tipi di auto. Nel 1985-87 ha vinto tre titoli consecutivi nella serie All-Japan Sports Prototype alla guida di una Porsche 962 gestita da Nova Engineering, concedendo il poker nel 1989. Poi per lui ben cinque apparizioni di fila alla 24 Ore di Le Mans tra il 1986 e il 1990 su una Kremer Racing Porsche, con il miglior risultato che è stato il nono posto nel 1988.

I successi col suo team

Poi nel 1992 lanciò il Team Kunimitsu per affrontare l’All-Japan Touring Car Championship e nel 1994 il team è entrato nel neonato All-Japan GT Championship (JGTC), il precursore della moderna SUPER GT, con una Porsche 911 RSR. Nel 1995 il più grande trionfo del team a Le Mans con la vittoria nella classe GT2, la prima in assoluto per un concorrente giapponese che schierava auto e piloti esclusivamente del Giappone. Per lui ha corso anche un ex campione del mondo di F1 come Jenson Button.

Takahashi è stato premiato nel 2019 dal governo giapponese per i suoi successi per il suo eccezionale contributo alla promozione dello sport nel Paese. E per l’occasione ebbe anche una dedica speciale: “Negli sport motoristici, che si tratti di due o quattro ruote, i risultati non possono essere raggiunti senza gli sforzi congiunti di molte persone. È grazie a tutti voi che ho potuto dedicare più di 60 anni della mia vita alle corse“.

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