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Formula 1

La F1 sceglie la strada più drastica: ora la Russia è nei guai

Published by
Chiara Rainis

La F1 sembrava aver adottato provvedimenti blandi nei confronti della Russia, in realtà l’ultima decisione è davvero da pugno di ferro.

Aveva colpito molti la nota ufficiale diffusa martedì sera dalla Federazione Internazionale in cui si diceva che i piloti russi e bielorussi avrebbero potuto partecipare alle gare automobilistiche malgrado l’invito del CIO a bloccare gli atleti provenienti da quelle zone. In controtendenza con il resto dello sport, le quattro ruote stavano adottando un approccio più comprensivo e meno severo nei confronti di chi, in fin dei conti, non ha alcuna colpa e rischia di essere soltanto un’ulteriore vittima.

Stefano Domenicali (Ansa Foto)

Poi però a sorpresa è arrivata una decisione decisamente più severa.

La F1 cancella per sempre il GP di Russia?

Se assieme alla notizia relativa ai corridori è giunta anche quella dell’annullamento del round di Sochi in programma il prossimo 25 settembre, nelle ultime ore è stato reso noto un passo ben più brutale.

Liberty Media ha fatto sapere di aver interrotto in maniera definitiva i contatti con il promoter della corsa. In pratica, l’accordo che legava il Circus a Rosgonki è stato rescisso. A saltare, dunque, non sarà solamente l’edizione di quest’anno, prevista, per l’ultima volta sul circuito che si affaccia sul Mar Nero, prima del trasferimento. Ma pure quelle del futuro che avrebbero dovuto svolgersi su un tracciato a circa due ore da San Pietroburgo, città natale di Vladimir Putin.

Tramonta così il progetto che voleva la massima serie sul tracciato permanente Igora Drive, nato nel 2017 da un’idea del solito Hermann Tilke, architetto/ingegnere storico ingaggiato da Bernie Ecclestone, e completato nel 2019.

Adatto ad ospitare eventi secondi, l’autodromo era in fase di revisione per accogliere proprio la top class. Un sogno che rimarrà tale ancora a lungo.

Confermiamo di aver risolto il suo contratto con il promotore del GP di Russia. Ciò significa che sul territorio non vi saranno più competizioni“, si legge sul comunicato più politico, che sportivo.

Non va infatti dimenticato che l’ente proprietario della F1 è americano, e questa è stata un’occasione offerta su un piatto d’argento per dimostrare che gli echi di guerriglia a distanza del passato sono più vivi che mai.

Questa non è l’ultima notizia a sorpresa sull’argomento. A differenza di quanto appunto decretato dalla Federazione Internazionale, quelle di Inghilterra e Finlandia hanno posto il veto ai corridori con licenza del territorio che ha dichiarato guerra all’Ucraina. La stessa direzione dovrebbe prenderla pure l’Australia che, in aprile ospiterà il gran premio saltato nel 2020 e nel 2021 causa pandemia.

In bilico quindi resta il destino di Nikita Mazepin. Il moscovita della Haas, spinto dallo sponsor russo Uralkali che vede il padre Dmitry nelle vesti di presidente, potrebbe a breve essere sostituito dal brasiliano Pietro Fittipaldi anche se non è da escludere il rientro di Antonio Giovinazzi.

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Chiara Rainis

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