Bautista risponde in merito a una questione molto dibattuta negli ultimi anni del Mondiale Superbike. Ci tiene a fare chiarezza.
Dopo due anni trascorsi in Honda, con più bassi che alti, Alvaro Bautista nel 2022 torna in Ducati e spera di riprendere da dove aveva lasciato. Nel 2019 il suo esordio in Superbike fu uno shock, con undici vittorie nelle prime undici manche. Non vinse il titolo a causa delle troppe cadute accumulate, ma dimostrò di essere un top rider nella categoria.
Lo spagnolo aveva un feeling speciale con la Panigale V4 R, quattro cilindri bolognese a sua volta al debutto nel 2019. Riusciva a guidarla con un’efficacia unica. Anche Chaz Davies, Scott Redding e Michael Ruben Rinaldi hanno vinto delle gare con quella moto, però nessuno ha mai avuto una padronanza del mezzo come il castigliano. Lui non solo vinceva, spesso stravinceva e metteva anche in imbarazzo gli avversari. Bisognerà vedere se nel 2022 saprà essere nuovamente velocissimo.
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C’è chi pensava che Bautista fosse particolarmente forte sulla Ducati, perché la Panigale V4 R premia i piloti di bassa statura. Lo spagnolo è stato interpellato sull’argomento da Speedweek e ci ha tenuto a esporre la sua posizione sul tema: “I piloti bassi hanno vantaggi e anche svantaggi, così come quelli alti. Ognuno deve trovare l’assetto giusto per il proprio stile e adattarsi alla moto. Nessuna moto è costruita appositamente per piccoli o grandi piloti, tutto dipende dal lavoro e dall’adattabilità”.
Alvaro non ritiene corrette determinate affermazioni, anche perché toglie un po’ di merito a quello che era riuscito a conseguire in sella alla rossa bolognese. Magari qualche mezzo può essere più facile da guidare per rider con determinate caratteristiche fisiche, però poi il talento e il lavoro fanno sempre la differenza. Vanno sempre considerati più fattori.
Stefano Cecconi, team principal di Aruba Racing Ducati, ha voluto chiarire che Bautista non è stato preso per un semplice discorso di altezza: “Abbiamo scelto Alvaro perché pensiamo che sarà veloce, non perché è basso. Redding e Rinaldi hanno fisici diversi, ma chiedevano le stesse cose. Con la V4 R hanno fatto bene anche piloti alti come Redding e Davies”.
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Insomma, nel team italiano la questione dell’altezza non era centrale per la scelta dei piloti. Vedremo se Bautista e Rinaldi, che sono abbastanza simili fisicamente, sapranno riportare il titolo mondiale Superbike a Borgo Panigale.
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