Il boss Ferrari Binotto abbassa l’asticella per il prossimo campionato e riduce il target successo iridato con quello di qualche gara.
Chi si era illuso che Maranello avesse sacrificato il 2021 per fare il botto nell’anno del ritorno alle auto ad effetto suolo rimarrà deluso. Anche il 2022 sarà d’attesa. A raccontarla sembra quasi una barzelletta, ma è proprio così. Mattia Binotto ha rimandato i propositi vittoriosi a data da destinarsi. Ebbene sì. Dopo mesi trascorsi a ripetere che il campionato della rivoluzione tecnica sarebbe stato quello della svolta, il boss Ferrari ha cambiato idea. Ha corretto il ritiro e ridimensionato le speranze.
Per la verità non si tratta di una novità assoluta. Già nei giorni scorsi l’ingegnere italo-svizzero aveva messo le mani avanti sostenendo che difficilmente potremo vedere le Rosse lottare con le varie Red Bull e Mercedes il mondiale venturo. Ora, a pochi giorni da Natale, il regalo per i tifosi. Al massimo si potrà ambire a qualche GP.
“Considerato che siamo reduci da una stagione a secco, per me tornare ad essere competitivi vuol dire riuscire ad imporci in alcuni round”, ha dichiarato a Motorsport.com.
Dunque dal Cavallino non ci si potrà attendere nulla di più di una crescita, un rafforzamento, che, a questo punto, significa solamente confermare la terza piazza costruttori conquistata nella campagna appena conclusa.
Insomma, ben poco da ridere o sorridere. Certe affermazioni sarebbe state inaccettabili all’epoca del Drake, ma evidentemente dello spirito combattivo di un tempo si è persa traccia. L’attuale vertice della scuderia non ha polso e l’assenza di un presidente come Marchionne si sta facendo sentire. Urge ricordare al 52enne timoniere del team che più di altri rappresenta la F1 che se si vuole scalare una montagna occorre innanzitutto crederci. Qui però la sensazione è che il pessimismo in zona Modena sia cosmico e che si viva nell’immobilismo volto al solo procrastinamento dei target che dovrebbero essere sacrosanti per un marchio di tale blasone.
Chiara Rainis
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