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Motomondiale

Il collaudatore Guintoli svela il punto di forza inaspettato della Suzuki

Published by
Luigi Ciamburro

Bilancio di fine stagione in casa Suzuki con il collaudatore Sylvain Guintoli. Nel 2022 la GSX-RR promette di dare battaglia.

Sylvain Guintoli con Alex Rins e Joan Mir (getty images)

Sylvain Guintoli è un punto centrale nel progetto MotoGP della Suzuki. Il collaudatore francese ha partecipato a molti test nel 2021 per dare una spinta allo sviluppo della GSX-RR che vedremo il prossimo anno. E’ lui a fare da filtro tra la Casa di Hamamatsu e i due talenti spagnolo Joan Mir e Alex Rins.

Non è stata una buona stagione per Suzuki, con Joan Mir che ha concluso al terzo posto ma senza mai vincere un Gran Premio. La moto ha continuato ad evolversi, ma non di pari passo alla concorrenza. “Abbiamo avuto anche Fabio che ha fatto una stagione eccezionale e che ha davvero meritato il suo titolo – ha detto Guintoli a Paddock-GP -, ha fatto una stagione davvero superba”.

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Una Suzuki senza difetti

Il team nipponico ha sofferto anche per la mancanza del dispositivo holeshot al posteriore per buona parte del campionato, questo non ha certo aiutato nelle fasi di partenza, considerando che la Suzuki da tempo registra problemi nei piazzamenti in qualifica. “Infatti lo stiamo ancora sviluppando rispetto a quello che avevamo a fine stagione, ci sono sviluppi per i test di Sepang del prossimo anno. Continua ad evolversi e stiamo cercando di recuperare il ritardo, perché è ancora un sistema che offre prestazioni – ha aggiunto il collaudatore francese -. Abbiamo un nuovo motore per il prossimo anno che va un po’ meglio, quindi funziona”.

Di base la GSX-RR resta una buona moto in ogni area, senza punti forti e senza punti deboli. “Il punto forte della Suzuki è che non ha alcun punto debole! Questo è un grande punto di forza (ride). E’ una moto molto versatile e funziona complessivamente su tutti i circuiti, si comporta bene con le gomme ed ha un ottimo bilanciamento. Poi, certo, con i quattro cilindri in linea, anche se con il motore, in pura potenza, siamo più veloci delle Yamaha, c’è inevitabilmente un deficit rispetto alle V4. Ma è normale: con un 4 cilindri in linea ci sono vantaggi e svantaggi, quindi ci stiamo lavorando”.

Joan Mir in pista con la Suzuki (foto di Joan Mir (foto di Mirco Lazzari gp/Getty Images)
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Luigi Ciamburro

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