Isaac Vinales ha commentato la triste scomparsa del cugino Dean Berta. Situazione drammatica per lui e la famiglia. Capisce la scelta di Maverick.
Il weekend Superbike di Jerez è un brutto ricordo per il motociclismo e soprattutto per la famiglia Vinales. Com’è noto, in Gara 1 della Supersport 300 un brutto incidente è costato la vita a Dean Berta Vinales.
Il pilota 15enne è stato molto sfortunato, dato che è caduto ed è stato poi colpito da altri colleghi. Una dinamica che ha ricordato già altre morti tragiche avvenute nel 2021. Basti pensare a Jason Dupasquier e a Hugo Millan. Andando più indietro nel tempo, anche Marco Simoncelli è scomparso a causa di una situazione del genere.
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Maverick e Isaac Vinales erano cugini di Dean, hanno provato tanto dolore per la sua morte. Il pilota Aprilia è arrivato a decidere di non gareggiare nel weekend MotoGP a Austin, invece l’altro ha corso in Superbike a Portimao con tanta tristezza dentro.
Isaac ha concesso un’intervista al quotidiano Marca e ha spiegato dov’era quando è successo l’incidente di Jerez e cosa è successo poi: «Mi stavo preparando per la mia gara, ero sul camion, e vedo un messaggio di sua madre con scritto “Come sta Dean, non sappiamo niente?” e un altro di mio cugino. Sono andato ai box e ho visto la bandiera rossa, ho saputo che Dean era coinvolto. Mi hanno detto di correre in clinica e ho visto i miei zii che piangevano. È stata una situazione difficile. Quei tre giorni sono stati i più duri della mia vita».
Gli viene chiesto del fatto di non aver corso a Jerez e poi di averlo invece fatto a Portimao: «Preferisco stare mille volte con la mia famiglia che andare a una gara di moto. Perché ho corso a Portimao? In fondo è la vita. Lui avrebbe voluto che corressimo. Ho dovuto togliermi tutto dalla testa e prima lo facevo, meglio era. Il team mi ha lasciato la scelta, si è comportato come una seconda famiglia».
Per quanto riguarda il suo futuro, al momento non se ne preoccupa: «Non mi interessa, sono state settimane intense e le cose sono cambiate nella mia testa. Ritiro? No, le moto sono la mia vita».
Al pilota del team Orelac VerdNatura viene domandato anche della decisione di Maverick di non correre a Austin: «Lo capisco. Ha viaggiato senza la famiglia e avrà avuto giramenti di testa. Ha una bambina piccola e si sarà detto “Torno a casa”».
Vinales concorda sul fatto che qualcosa debba cambiare per evitare che si ripetano certi incidenti in pista, importante essere anche più severi verso determinati comportamenti dei piloti: «In Supersport 300 sono troppo vicini. Quando eravamo piccoli, con le due tempi non succedevano la metà delle disgrazie. Devono guardare a queste categorie, ci sono troppi rischi. Alla fine sono bambini. Sanzioni dure come a Oncu? Vanno bene. Vanno penalizzate anche i piloti che aspettano per fare il giro veloce. Farei lo stesso: due gare a casa. Così nessuno si mette ad attendere, è davvero pericoloso».
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