Sainz rivede i propri obiettivi e dopo aver parlato di mondiale con la Ferrari entro cinque anni, ci ripensa. 
L’euforia è durata lo spazio di un amen, probabilmente solo il tempo della video-intervista con il nuovo compagno di squadra Leclerc. Carlos Sainz è tornato sui suoi passi e dopo aver parlato di un possibile mondiale entro cinque anni, ha leggermente ridimensionato il target, o meglio ha avanzato qualche dubbio sulla fattibilità del suo legittimo e giustificabile proposito di gloria.
“E’ ciò che desidera ogni pilota che corre in F1, ma non so se resterà solo un sogno o se si concretizzerà”, le sue parole a Motorsport.com. Scaramanzia o realismo, lo scopriremo vivendo. E’ comunque più probabile che lo spagnolo abbia già acquisito la consapevolezza di avere davanti a sé un percorso impervio, costellato di team avversari sempre più forti anche per merito della power unit Mercedes, di cui tra l’altro godrà la sua ex squadra McLaren.
L’insegnamento tratto a Woking e il confronto con Verstappen
Approdato nel Circus nel 2015 con la Toro Rosso, per poi passare in Renault nel 2017 e quindi all’equipe del Surrey nel 2019, il madrileno ha sicuramente ha accumulato quella buona e composita esperienza che deve aver convinto il Cavallino a puntare su di lui, anziché su un altro nome.
“Dal periodo trascorso in Inghilterra ho appreso che se si lavora sodo e si segue la giusta direzione, si può crescere in fretta”, ha quindi asserito ricordando le criticità affrontate in McLaren, scuderia che all’improvviso si era trovata a combattere in fondo alla griglia e che invece nel 2020 ha chiuso sul podio nella classifica costruttori. “Dunque credo che pure qui ci siano tutte le condizioni per progredire”.
Se al 99% la Ferrari non potrà lottare alla pari con le Frecce Nere, molto vicino potrebbe andarci la Red Bull, specialmente con Max Verstappen, pilota che il #55 ha conosciuto da vicino nelle prime fasi della carriera nella classe regina. “Lo valuto come uno dei migliori attuali. Se gli daranno una macchina valida sarà in lizza per il Titolo”, ha infine sentenziato. 
Chiara Rainis
