Herve Poncharal, boss Tech3, rimarca il ruolo di Dani Pedrosa all’interno di KTM e della filosofia “europea” del marchio.
KTM ha confermato di poter entrare nell’olimpo della MotoGP e da subito ha perso alcune concessioni dopo la doppia vittoria di Binder e Oliveira e il podio di Espargarò. La casa austriaca nell’ultimo inverno, e grazie alle concessioni, ha fatto un decisivo passo avanti anche con l’aiuto di Dani Pedrosa che, secondo Herve Poncharal, è un perno centrale del team.
La RC16 ha rivoluzionato innanzitutto il telaio e non si fermano nell’evoluzione di questa componente fondamentale per trovare agilità e grip in percorrenza di curva. “Non sono un grande tecnico, ma da quello che vedo c’è anche una velocità di reazione unica e particolare in questa fabbrica”, spiega il boss Tech3 in un’intervista a Paddock-GP. “D’altra parte, il team di test funziona davvero, hanno ingaggiato uno dei migliori piloti che ci possono essere come pilota di sviluppo, cioè Dani Pedrosa, e gli hanno detto ‘usa tutto!’. Non so cosa stiano facendo gli altri con Pirro, Lorenzo o Bradl, ma Dani gira quasi sempre. E non appena approva qualcosa lo usiamo”.
KTM ha una strepitosa capacità di reazione nel mettere in pista gli ultimi aggiornamenti e ha saputo scegliere saggiamente i suoi piloti di giovane età, ottenendo buoni risultati senza ingaggi impossibili. “Dani ha fatto un test e ha riscontrato un miglioramento in termini di prestazioni del motore, e lunedì al Gran Premio Repubblica Ceca l’abbiamo testato ed è stato convalidato dai piloti. E in Austria lo abbiamo subito utilizzato. Sia nei reparti di ricerca e sviluppo che nel team di prova hanno assunto grandi nomi in tutti i settori, motore, elettronica, aerodinamica e sospensioni WP e lavorano tutti come matti! Quando le cose non funzionano Dani dice “no” e lo dice ad alta voce! Tutto questo fa funzionare meglio le cose”.
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Secondo Herve Poncharal parte del successo KTM è da addebitare alla filosofia europea del marchio, capace di prendere rischi in ogni momento. Un po’ come avviene anche in Ducati, specie nel settore dell’aerodinamica. “Anche Ducati è stata in prima linea nello sviluppo e ha portato molte cose che sono state successivamente adottate da altri. Credo che in Europa ci sia un modo diverso di guardare le cose: siamo più avventurosi, più disposti a correre dei rischi e abbiamo meno limiti. A volte può essere un handicap, non dico il contrario, ma comunque stiamo facendo progressi”.
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