Valentino Rossi e Marc Marquez sono stati grandi rivali in pista, e la sfida di cui furono protagonisti nel 2015 agevolò e non poco la rincorsa mondiale di Jorge Lorenzo. Il maiorchino ci è andato giù pesante.
La MotoGP ci ha regalato un gran numero di battaglie nel corso della sua storia, rivalità che si sono trasformate in vero e proprio odio sportivo, che alle volte va anche oltre la semplice dimensione del motorsport. Tra Valentino Rossi e Marc Marquez c’è il gelo assoluto ormai da un decennio, da quel famoso 2015 in cui tra i due esplose una vera e propria faida, a cominciare dal GP di Argentina. 
Il caos totale esplose tra Phillip Island e Sepang, quando i due vennero a contatto, con il calcetto di Valentino Rossi in Malesia che segnò la storia di quel mondiale, poi vinto a Valencia da Jorge Lorenzo. Il nativo di Cervera non fece nulla per farsi voler bene dal “Dottore”, che dal canto suo fu protagonista di un gesto inaccettabile in Malesia, rischiando anche la squalifica dalla gara. Lorenzo è tornato a parlare di ciò che successe all’epoca, suscitando non poche discussioni.
Valentino Rossi, per Lorenzo in Malesia fu antisportivo
In merito ai fatti di Sepang, Jorge Lorenzo ha parlato di quanto accadde ai microfoni di “DAZN“. Non è mancata una frecciata a Valentino Rossi: “C’è stato un momento in cui io ero il re in Yamaha, Valentino veniva da anni difficili ed io avevo dato alla squadra gli ultimi due mondiali. Potevo scegliere di continuare con altri compagni di squadra, ma non l’ho fatto. Quando lui e Marc si sono toccati a Sepang, ho visto che Valentino aveva allargato la gamba. Non potevo davvero crederci. Si tratta di un’azione intenzionale, del tutto antisportiva. Se lo facesse un pilota di Moto3, gli toglierebbero come minimo la licenza“.

Lorenzo si aspettava una squalifica per Valentino Rossi, il quale se la “cavò” con una partenza dal fondo dello schieramento per la gara successiva: “Se si guardano le immagini, Marc non aveva affatto spazio per poter fare la curva. Non hanno dato la bandiera nera o secondi di pnealizzazioni, ed è potuto arrivare terzo senza problemi. Io e Marc siamo stati accompagnati poi da guardie del corpo per proteggerci, il 90% delle persone ci ha insultato ed io mettevo le cuffie, senza fermarmi quando camminavo nel paddock per evitare problemi“.





