Le monoposto di F1 sono le auto più performanti al mondo, dei veri e propri bolidi che si danno battaglia su tutte le piste. Oggi scopriremo come sono fatti questi prodigi di ingegneria nei minimi dettagli.
La F1 è la massima espressione del motorsport su quattro ruote, una categoria nella quale si confrontano i migliori piloti e le migliori auto del pianeta. Nel corso degli anni, le monoposto sono diventate dei veri e propri prodigi di tecnica, con power unit da oltre 1.000 cavalli di potenza massima e prestazioni divenute via via sempre più estreme. Insomma, parliamo di mezzi difficili da governare, e che solo pochi piloti riescono realmente a portare al limite.
Una vettura di F1 è composta da una monoscocca in fibra di carbonio che svolge la funzione di telaio, e questo materiale viene utilizzato per la sua capacità di ridurre il peso della vettura, ma senza però intaccarne la sicurezza e la robustezza. I telai sono sottoposti a dei durissimi crash test da parte della FIA, che li prova prima di garantire loro l’approvazione. Andiamo a scoprire quali sono gli altri elementi più importanti di queste auto, che non hanno eguali in termini di prestazioni al giorno d’oggi.
F1, motori da oltre 1.000 cavalli e telai in fibra di carbonio
Le auto di F1 nascono dunque attorno ad un telaio in fibra di carbonio, ed a spingerle ci sono dei motori V6 turbo-ibridi da oltre 1.000 cavalli di potenza massima. Si tratta di power unit che sono composte da vari elementi, come le batterie, l’MGU-K, l’MGU-H (che con le regole 2026 andrà a sparire), le batterie, la centralina ecc. Garantiscono potenze esagerate ed anche un’affidabilità che nel corso degli anni è andata a raffinarsi sempre di più. C’è poi il cambio, che è ad otto rapporti e che si trova nella parte posteriore del motore, andando a trasferire la potenza alle ruote posteriori.

L’aerodinamica è un componente fondamentale, e sulle F1 ad effetto suolo viene generata soprattutto dal fondo, dotato dei famosi canali Venturi, che aiutano a tenere l’auto incollata all’asfalto. Anche le ali, sia la posteriore che quella anteriore, hanno un notevole impatto sulla downforce, ma inferiore rispetto alla precedente generazione di vetture. Nel 2026 sparirà il DRS in funzione di nuove modalità di attacco, e ci stiamo riferendo a quel sistema che permette di guadagnare diversi km/h in rettilineo, che si attiva mediante un attuatore situato sull’ala posteriore.
Le sospensione sono sempre più importanti per il rendimento delle monoposto, garantendo il contatto degli pneumatici con la pista, e le stesse gomme, sviluppate dalla Pirelli, sono un’altra delle chiavi della F1 moderna. Presenti altre componenti come i sistemi di raffreddamento, i sistemi elettronici, gli scarichi e la carrozzeria, tutti elementi che devono lavorare perfettamente tra di loro per permettere all’auto di essere performante. Dal 2018 è stato aggiunto l’Halo, che pesa 9 kg e che serve per proteggere la testa del pilota in caso di incidenti o impatti particolarmente violenti. E c’è da dire che ha già salvato parecchi piloti.