Il compianto campione italiano Marco Simoncelli prima dell’ultima tragica partenza della sua vita in griglia fece un gesto che sorprese i fan.
Il 23 ottobre 2011 è scomparso Marco Simoncelli. Oggi avrebbe 38 anni e forse avrebbe appeso il casco al chiodo dopo una carriera spettacolare in MotoGP. Il vero erede di Valentino Rossi diede vita anche alla nota Academy VR46.
Papà Paolo negli anni successivi ha tenuto vivo il ricordo di Simoncelli con la Fondazione intitolata al figlio. Il 58, il numero di Marco, è diventato un emblema. Il SIC era gioia e rivoluzione. In sella alla sua moto aveva quella sfacciataggine che solo i migliori hanno. Senza il casco era quasi un personaggio fumettistico con quella chioma da leone, ma una volta in pista diventava un terrore. Il suo ruolino di marcia sino all’epilogo di Sepang era positivo. Dopo i primi podi in MotoGP il centauro romagnolo voleva vincere. Qualcosa in griglia aveva catturato l’interesse dei fan.
L’asciugamano girato di Marco Simoncelli
Paolo Simoncelli vide il numero sull’asciugamano al contrario di suo figlio. In una domenica caldissima cercava un po’ di refrigerio. La corsa durò pochi km per il centauro. Il resto è una triste storia di dolore. “È l’unico rimpianto della mia vita, non avergli fatto girare quell’asciugamano. Ogni volta che guardo quell’immagine, mi fa male. Quello stesso giorno, sono arrivato nel box con quell’asciugamano e l’ho posato dove facevo di solito, ma mi è caduto tutto per terra. Allora ho preso il motorino per andare lungo la pista per vedere la gara: appena ho varcato il cancello, mi è arrivato addosso un vento gelato che sapeva di morte, lo giuro. Una sensazione proprio di morte, al punto che mi sono detto ‘Devo andare a fermare Marco’. Mancava un minuto all’inizio della gara, ormai non c’era più tempo, il mio motorino non andava bene… Quei cinque minuti lì sono stati terribili”, ha affermato il padre di Simoncelli ai microfoni di Sky.
“Non ho mai pensato che Marco potesse morire. Ho sempre pensato magari a un incidente, a un’invalidità, ho pensato che sarebbe potuto rimanere sulla sedia a rotelle, ma mai che potesse morire – ha affermato papà Paolo – Quella sensazione di morte l’ho avuta soltanto quando sono entrato in pista il giorno della sua scomparsa. È stato veramente terribile. Quell’asciugamano alla rovescia sulla testa di Marco è l’unico rimpianto della nostra vita, della mia vita. Non ho rimpianti, io e mia moglie rifaremmo tutto, ma quell’asciugamano che non ho voluto girare per non disturbarlo ce l’ho nella mente. Rifaremmo comunque tutto perché Marco era felice, era un ragazzo veramente felice“.