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Motomondiale

Terremoto in MotoGP, Ducati nel mirino: la Yamaha alza la voce

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Davide Russo

Il team giapponese ha chiuso al penultimo posto della classifica graduatoria, schiacciato dal dominio assoluto della Ducati.

La Yamaha dopo un 2021 da regina con Quartararo nel giro due annate è crollata nella parte bassa della classifica. Il team di Iwata avrebbe dovuto migliorare nel 2023, dopo aver chiuso un 2022 molto amaro, ma le cose sono peggiorate. Quartararo e Morbidelli non hanno vinto nemmeno una corsa. Se l’Aprilia e la Honda si sono aggiudicati almeno una tappa e la KTM qualche Sprint Race, la casa di Iwata è rimasta a secco.

Terremoto in MotoGP (Ansa) tuttomotoriweb.it

Per il francese sono arrivati 4 piazzamenti al terzo posto, mentre ha concluso al quarto posto nel weekend in Argentina, come miglior risultato dell’annata. Una disfatta totale che ha reso ancor più indecoroso il declino di prestazioni di uno dei piloti di maggior talento della griglia. Se Quartararo non ha nemmeno sfiorato un successo non è colpa della Ducati, ma in casa Yamaha hanno deciso di puntare il dito contro la squadra italiana.

A loro detta la presenza di 8 moto in pista renderebbe il campionato scontato. Ad affermarlo era stato anche Marc Marquez alla vigilia del Mondiale, ma poi ha preferito, alla prima occasione, saltare in sella ad una Desmosedici. Quartararo, recentemente, ha lanciato un messaggio chiaro alla concorrenza. In caso di moto non all’altezza è pronto a salutare la comitiva al termine della prossima stagione.

Giusto così per un campione che sta vedendo la fase più bella della sua carriera scivolargli via dalle mani, senza un preciso programma. Sulla M1 salirà nel 2024 Alex Rins, dopo le esperienze in Suzuki e Honda, ma il problema non sono i piloti. Il mismatch prestazionale tra la moto del diapason e quella della casa di Borgo Panigale è enorme.

La bordata di Jarvis alla Ducati

I team clienti spendono e vogliono la moto migliore. Poche chiacchiere sul piano gestionale perché la Ducati ha meritato questa posizione di vantaggio e quando erano Yamaha e Honda a dettare legge in MotoGP nessuno aveva mai fiatato. Il rischio è che ora, dopo l’addio di Suzuki, anche Honda e Yamaha possano arrivare a questa decisione.

Lin Jarvis (Ansa) tuttomotoriweb.it

L’obiettivo degli organizzatori è quello di equilibrare la situazione per evitare guai. “Le concessioni sono migliori per il campionato, anche per evitare che le fabbriche giapponesi lascino la MotoGP in futuro. Questo è molto importante a lungo termine“, ha dichiarato Jarvis a Speedweek. In sostanza il britannico crede che siano essenziali.

Se vogliamo fare un altro passo avanti, abbiamo bisogno di più chance per i test. L’anno prossimo avremo solo due piloti. I test ci aiuteranno, ci daranno più libertà. Possiamo usare più motori e cambiare le specifiche durante la stagione. Alcuni pensano anche che ci siano troppe Ducati nel Campionato del Mondo, e questa è anche la mia opinione, anche se potrebbe essere ingiusta. La casa italiana ha offerto le sue moto, che sono molto competitive, ad un buon prezzo e questo ha funzionato bene per loro, che ora hanno otto piloti. Per il campionato, credo che sarebbe meglio avere un limite di, ad esempio, sei moto, piuttosto che diventare una ‘Coppa Ducati’“.

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Davide Russo

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