Le vetture ad idrogeno potrebbero segnare un clamoroso stravolgimento del mercato dell’Automotive. Ecco come viene estratto.
Le EV sono al centro dei dibattiti mondiali, specialmente in Europa. A quanto pare la nuova soluzione potrebbe chiamarsi idrogeno. Tra i presunti addii anticipati ai carburanti fossili e la necessità di sviluppare delle soluzioni ecologiche alternative c’è un elemento in natura che già di per sé potrebbe permettere alle vetture di spostarsi anche per grossi tratti. L’idrogeno è stato preso in considerazione solo da pochissime case costruttrici, tra cui la Toyota.
La corsa all’elettrico, forse, è iniziata troppo presto con la convinzione che potesse realmente creare un impatto sulle emissioni Co2 nell’aria. Le vetture alla spina però presentano tantissimi problemi che non sono legati, banalmente, al prezzo di listino elevato. Purtroppo anche l’esempio più lampante della tecnologia ad idrogeno presenta dei costi piuttosto alti, sebbene la Mirai rappresenta l’ammiraglia della casa giapponese.
L’istituto di tecnologia Karlsruhe, grazie ad un gruppo di tecnici canadesi, ha elaborato uno studio per poter produrre idrogeno in una quantità maggiore rispetto a quella che già abbiamo in natura. Qualora la lavorazione dovesse trovare corrispondenza, le vetture ad idrogeno rappresenterebbero un’enorme risorsa nella transizione ecologica. L’equipe di scienziati, da tempo, sta realizzando dei pannelli fotoreattori che garantirebbero un’enorme quantità di energia solare in relazione all’idrogeno.
Le strade per come le conosciamo oggi potrebbero essere invase da nuove vetture ad impatto zero. I costi tecnologici per raggiungere un simile traguardo sono elevatissimi ma quello che sta maturando presso l’istituto di tecnologia Karlsruhe garantirebbe un impulso all’intera industria. Si potrebbe arrivare a concepire un’autoproduzione di idrogeno per caricare le proprie vetture, stando comodamente seduti sotto il tetto della propria casa e non dovendo sborsare cifre esagerate grazie al lavoro dei fotorecettori.
Per ora è ancora presto per esultare. Uno dei massimi specialisti dell’istituto ha annunciato che per abbattere i costi si useranno geometrie e materiali economici che possono essere realizzati usando processi di produzione di massa consolidati. Secondo le analisi di Paul Kant ciascun pezzo di ogni metro quadrato del modulo del fotorecettore verrebbe a costare sui 22 dollari.
Sarebbero pratici e potrebbero essere montati su tutti i tetti dei palazzi e delle case. La soluzione, altamente, efficiente garantirebbe numeri di tutto rispetto. Si tratterebbe di una percentuale del 5,8 ben quattro volte superiore alla produzione odierna di un normale fotoreattore capillare di vetro di quarzo. Ecco i segreti di questa nuova tecnologia.
Il futuro dell’industria dell’Automotive dipende dalle invenzioni di tali scienziati. E’ notizia recente la presa di posizione del gruppo Toyota, primo costruttore al mondo, nella realizzazione di batterie a stato solido più leggere, economiche ed efficienti delle attuali agli ioni di litio. Tra novità sulla lavorazione dell’idrogeno e sulla nascita di nuove batterie gli automobilisti dovranno sperare che i prezzi rimangano alla portata dell’utente medio.
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