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Motomondiale

Luca Marini “imita” Valentino Rossi: festa grande a Tavullia

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Oscar Slaifer

Nel GP delle Americhe un secondo posto che vuol dire primo podio in MotoGP per Luca Marini. Una storia bella da raccontare e da scrivere ancora.

Dopo la vittoria di Marco Bezzecchi in Argentina, qualcuno aveva cominciato a dire “Ma quando uscirà fuori Luca Marini?”. E ad Austin arriva un secondo posto davvero “regale. Ecco dunque soddisfatti coloro che non vedevano l’ora di mettere sotto torchio il fratello di Valentino Rossi, che fin dai suoi esordi si porta dietro questa etichetta che a volte è stata pesante come un macigno. Ma che, in realtà, rende orgoglioso il 25enne pilota oggi del team Mooney VR46 e che anzi, non lo ha mai condizionato nella sua seppur giovane carriera.

Il pilota del team Mooney VR46 Luca Marini (ANSA)

Sul circuito più rognoso e stancante del Mondiale, finalmente è arrivato il suo primo podio in MotoGP. Era nell’aria però questo risultato per Luca Marini, che soprattutto nella seconda parte del 2022 lo ha annusato più volte senza però mai centrarlo, per tanti motivi. Stavolta invece è stato consistente, tosto, lucido, veloce, in ogni situazione del weekend.

Il ruggito di Luca Marini

Già nelle libere ha mostrato un’ottima confidenza con la GP22 su un tracciato reso difficile dai vari tipi di asfalto e da buche sempre più evidenti. Poi qualche intoppo ne ha quasi compromesso il weekend ma in qualifica è tornato a grandi livelli.

Dopo una Sprint non troppo fortunata, eccolo però uscire alla distanza la domenica, dove ha dimostrato davvero non solo di non sentire la pressione ma anche di saper ragionare a mente lucida nei momenti chiave. La caduta di Bagnaia lo ha convinto a provarci su Quartararo e lo ha superato senza colpo ferire, poi si è fatto ingolosire dal primo posto di Rins ma ha capito che non era giornata e ha gestito la situazione da veterano.

Un weekend quello americano che sicuramente fa ben sperare per il futuro, perché se c’è una cosa che negli anni ha dimostrato Luca Marini è quella che è un lavoratore instancabile. Uno che è pignolo, forse anche troppo, ma che una volta che apprende qualcosa non la dimentica. E questo gli ha permesso di imparare sempre dai propri errori.

Marini, guai a paragonarlo a Valentino Rossi

Ha cominciato da piccolo a guidare le moto, spinto sicuramente dall’ammirazione per il fratello “fenomeno”, ma è stato anche un motivo in più per mettergli pressione. Lui però ha fatto la sua strada, senza strafare, imparando passo dopo passo un “mestiere” che ora sembra davvero cucito per lui.

Ha sempre mostrato ottime doti velocistiche, ma il paragone di Vale ha falsato in ogni occasione un giudizio comunque positivo nei suoi confronti. Ed è stato un errore. Perché basta vederlo parlare, muoversi, soprattutto dentro il box, per capire che è ben altra cosa. Sicuramente dal fratello maggiore ha preso il lavoro certosino da fare con le moto, ma per il resto è come essere di fronte a due persone completamente diverse.

Luca Marini è gentile, educato, meno spaccone del fratello ma altrettanto solare, incute subito un rispetto incredibile ma soprattutto è un appassionato. E lo si è visto anche nel post-gara di Austin, dove in pratica ha fatto lui l’intervista a Rins, chiedendogli un sacco di segreti. Perché la sua qualità è questa, imparare da chi gli è intorno. E una volta che lo fa, mette un tassello in più per la sua crescita, come uomo e come pilota. E’ uno che non dimentica, che sa ragionare in corsa, lucido come pochi altri.

Una carriera che la dice lunga su chi è Marini

Uno che sicuramente arriverà, con i suoi tempi, ma lo farà. Perché lo ha dimostrato in tutta la sua carriera. Dopo le minimoto, si è affacciato ben presto alla Moto3 ma il fisico lo ha costretto quasi subito a passare alla classe di mezzo. Piano piano, passo dopo passo, ha saputo crescere di rendimento, imparando dai migliori, ascoltando non solo il fratello Valentino Rossi ma i consigli dei propri team, che lo hanno accompagnato nella sua storia nel Motomondiale.

Non ha mai azzardato, ha fatto sempre il suo, sfruttando ogni sessione per lavorare e mettere il proprio limite sempre più avanti. E tutto questo lo ha portato a un podio in MotoGP, frutto di un lavoro costante, fatto di fatica e sudore. Forse per questo ancora più bello. Guai a paragonarlo a Valentino Rossi: Luca Marini è Luca Marini, ed è bello proprio per questo raccontare la sua storia. Perché è lì, nonostante i pregiudizi e le etichette attaccategli addosso. Con una volontà forte di arrivare. Ad Austin è stato solo l’inizio, ora comincia il bello.

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Oscar Slaifer

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