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Formula 1

Ferrari, scelta a sorpresa sulla Red Bull: la decisione è ormai presa

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Giovanni Messi

La Ferrari vuole tornare competitiva, e dopo l’Australia ci sarà tempo per pensare a come salvare la stagione. Ecco le soluzioni al vaglio.

Il Gran Premio d’Australia si avvicina a grandi passi, riportando alla mente di tutti i tifosi la magnifica alba rossa dello scorso anno. Era il 10 aprile del 2022 quando Charles Leclerc con la Ferrari ottenne un successo che sembrava un colpo del ko per gli avversari, arrivato dopo aver messo a referto la pole position ed il giro più veloce.

Ferrari SF-23 con Sainz a Jeddah (ANSA)

Si trattò addirittura di un Grand Chelem, visto che il monegasco ottenne il successo dopo aver condotto ogni singola tornata, senza mai cedere il primo posto ai rivali. Una prova di forza di quel livello non la ricordavamo da tanto tempo, ma la Red Bull seppe reagira come i grandi campioni fanno di solito.

Il resto della stagione, infatti, vide la Ferrari ottenere solo altre due vittorie, cedendo la leadership dei campionati a Max Verstappen ed al team di Milton Keynes già a fine maggio. Da quel momento in poi non ci fu nulla da fare, ed anche il 2023 è cominciato in questo modo. Ora serve reagire.

Ferrari, ecco dove intervenire per salvare il campionato

Una Ferrari così brutta non se l’aspettava nessuno, ed è chiaro che ad oggi sia molto difficile pensare di ribaltare la situazione. Dalle indiscrezioni emerse in questi ultimi giorni, lo sviluppo di questo concetto di macchina non verrà affatto abbandonato per il 2023, mentre il prossimo anno arriverà un qualcosa di molto più simile alla Red Bull per quello che riguarda la zona delle pance ed il modo di sfruttare il fondo.

La prima, grande modifica di cui si parla è il rifacimento della sospensione posteriore, per aumentare l’effetto anti-squat impedendo alla parte posteriore di comprimersi in fase di accelerazione. Potrebbe essere rivisto il braccio oscillante nel suo punto di attacco, ed è in questo caso che verrà “imitata” la squadra anglo-austriaca.

Il quadrilatero potrebbe essere spostato più all’indietro, portandolo ad essere fissato con il pilone verticale che si occupa di sostenere l’alettone posteriore. La Red Bull, in questo modo, riesce ad ottenere assetti molto morbidi, aumentando l’aderenza meccanica quando si procede a velocità basse, ma mantenendo stabile anche l’altezza da terra in modo da guadagnare in termini di carico aerodinamico.

Non è un mistero, a questo punto, che la RB19 sia un prodigio di ingegneria, in cui tutte le sue varie parti funzionano in perfetta simbiosi l’una con l’altra. La Ferrari dovrà cercare di correre ai ripari in fretta, almeno per riguadagnare la posizione di seconda forza davanti alla Mercedes ed all’Aston Martin. L’aspetto fondamentale, in tutto questo, sarà un miglioramento notevole del passo gara, che è ormai deficitario da troppo tempo.

Un gap incredibile tra qualifica e gara

Un’analisi interessante dopo la gara di Jeddah l’ha proposta il nuovo team principal della Ferrari, vale a dire Frederic Vasseur. Il manager francese ha posto l’attenzione su un fatto ormai ovvio, ovvero l’assurda differenza che si crea tra le performance della SF-23 tra le qualifiche e la gara.

In Bahrain, Charles Leclerc ha chiuso il sabato al terzo posto, a tre decimi dalla pole position di Max Verstappen, senza però montare l’ultimo set di gomme Soft con il quale si sarebbe giocato il miglior tempo. A Jeddah la pole è stata mancata per solo un decimo, anche se va detto che il monegasco si è confrontato soltanto con Sergio Perez visto il guasto al semiasse che ha bloccato il campione del mondo in Q2.

In entrambi i casi però, la gara è stata un incubo, con tempi che erano in media un secondo e mezzo più lenti rispetto ai siluri di Adrian Newey. A questo punto, pare scontato che ci siano seri problemi legati sia al carico aerodinamico che a livello di grip meccanico, ma anche le altezze da terra non a livello della RB19 fanno una bella differenza.

Ferrari SF-23 cambia la sospensione posteriore (LaPresse)

La sensazione è che del potenziale da tirare fuori ci sia, ma per un motivo o per l’altro, questa macchina va in crisi nera quando viene caricata di benzina, soprattutto con addosso le gomme Dure. Vedremo se gli interventi di cui vi abbiamo parlato sopra saranno sufficienti a riaprire i giochi, anche se recuperare sulle Red Bull sarebbe un’impresa storica vista la situazione attuale.

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Giovanni Messi
Tags: Primo Piano

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