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Motociclismo

Mattia Guadagnini a TMW: “Troppa poca copertura per il nostro sport”

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Giovanni Messi

Abbiamo intervistato in esclusiva il giovane Mattia Guadagnini, talento che milita in MXGP. Le sue parole fanno riflettere molto sul futuro.

Uno dei maggiori talenti italiani nel mondo delle due ruote è sicuramente quello del giovane Mattia Guadagnini, che nel 2023 correrà per la prima volta tutta una stagione intera in MXGP, il campionato di riferimento per quello che riguarda il motocross. Nato l’11 aprile del 2002 a Bassano del Grappa, stiamo parlando di una delle più grandi promesse di questa disciplina, che a soli 21 anni correrà già con il Red Bull KTM team Factory, l’apice a cui si può ambire.

Mattia Guadagnini si racconta a noi in esclusiva (TMW)

Guadagnini ha fatto davvero tanto nella sua pur giovane carriera, e siamo sicuri che si possa trattare del perfetto erede dell’ormai ritirato Tony Cairoli, che nel motocross ha vinto ben nove titoli mondiali. Il giovane ha concesso un’intervista esclusiva a noi di “Tuttomotoriweb.it“, raccontanto tanti dettagli.

Mattia Guadagnini, ecco la nostra intervista esclusiva

Il giovane Mattia Guadagnini farà molto parlare di sé, e ciò ha già fatto vedere in carriera sembra essere soltanto un antipasto visto quello che ha in serbo per il futuro. Il mito italiano dell’MXGP è ovviamente Tony Cairoli, ed eguagliarlo non sarà affatto facile. Il nativo di Bassano del Grappa è comunque molto motivato.

Dal 2023 correrai per la prima volta full time nella MXGP ed hai definitivo il team factory Red Bull KTM come un sogno. Come è iniziato il nuovo anno?

Le due gare degli Internazionali d’Italia sono un punto di riferimento per capire come va la preparazione invernale ed a che punto siamo, anche dove si può migliorare. Quello è un test pre-mondiale, in vista dell’inizio previsto in Argentina tra un mese. Per quest’anno abbiamo delle modifiche sulla moto, è nuova ed abbiamo provato molto in inverno per sviluppare tutto al meglio. La prima gara ci è servita per capire a che putno siamo, è stata positiva con il quarto posto. Sono stati dietro solo ai grandi, quelli che lottano per il titolo. Non posso non essere contento“.

Un commento su Tony Cairoli e sul fatto che tu potresti essere visto come il suo erede?

Per me è stato fantastico diventare amico con lui e collaborarci assieme. Ci alleniamo spesso insieme, lui segue i ragazzi della KTM, ci dà tanti consigli ed è sempre disponibile. Si tratta di un collaborare per ottenere il massimo risultato possibile, lo ammiro da un sacco di anni. D’altra parte, c’è sicuramente il peso del pubblico italiano che vuole trovare un sostituto a Tony, ma ovviamente non è facile“.

In MotoGP c’è tanta crisi a livello di ascolti, e per quanto riguarda la MXGP che livello vedi sul fronte mediatico?

Il motocross è 100 volte peggio. Per noi, la MotoGP è il massimo della visibilità, e per il motocross c’è un grande ritardo. Per noi è un grande svantaggio, in Italia, abbiamo avuto Tony che ha vinto tantissimo, ma ha fatto fatica ad essere ben conosciuto. Il nostro problema è che è una categoria vista solo dagli appassionati, non c’è una copertura televisiva ed è difficile per chi non è appassionato arrivare a seguirci“.

Se lo sei, ci segui spesso, ma se non lo sei è difficile coinvolgere persone nuove. Questo porta ad una scarsa visibilità per il campionato, i piloti, i team e gli sponsor ed è un grande svantaggio. Credo sia uno sport molto affascinante e spettacolare, è un campionato combattuto in piste con salti e cambiamenti di terreno continui, nuove linee e tanto altro“.

Guadagnini ha concluso: “Non è uno sport monotono come la F1 o la MotoGP, un appassionato è più nel vivo del momento, c’è più accessibilità ai paddock, la vicinanza con la pista e tutto il resto. Sei più a contatto con lo sport in generale. Il nostro potenziale non è per nulla sfruttato“. Per il resto della nostra intervista, eccovi il nostro video, caricato sul canale YouTube, dove potrete gustarvi ogni secondo della chiacchierata con questo futuro campione delle due ruote. Non ve la perdete.

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Giovanni Messi
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