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Quanti soldi ha Piero Ferrari? Patrimonio da capogiro

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Davide Russo

Il figlio del mitico Enzo Ferrari può fare affidamento su un vero impero economico. Ecco la storia dell’imprenditore, dirigente d’azienda e dirigente sportivo Piero Lardi Ferrari.

Nato a Castelvetro di Modena, il 22 maggio 1945, Piero venne iscritto all’anagrafe con il cognome della madre Landi. Enzo Ferrari ebbe un rapporto extraconiugale con Lina Lardi e, a quei tempi, non era possibile riconoscere un figlio da una relazione fuori dalla costanza di matrimonio. Solo in seguito furono introdotte le nuove leggi del diritto di famiglia e Piero divenne a tutti gli effetti l’erede del “Grande Vecchio”.

Piero Ferrari

Dopo il 1975, in ogni caso, il figlio legittimo decise di affiancare il cognome “Lardi” a quello “Ferrari”. Una scelta che era ammessa ai tempi. Piero ha sempre avuto una passione per il mondo delle auto, tramandata da suo padre. Ha iniziato a lavorare in una bottega che riparava bicilette e realizzò un velocipede, da ragazzino, con il quale si divertiva in strada. In seguito si diplomò come perito industriale con specializzazione in meccanica nel 1964 ed entrò nell’azienda modenese. Dopo un periodo di apprendistato, il 13 settembre 1969 venne eletto nel consiglio di amministrazione della Ferrari.

Piero ebbe la possibilità di addentrarsi nel magico mondo del Cavallino Rampante, ricoprendo diversi ruoli. Nel 1980 ricevette l’incarico di Direttore esecutivo della gestione sportiva. Dovette prendersi carico di tutta la pianificazione dei progetti, dell’organizzazione del personale e nella supervisione dei regolamenti sportivi. Le scelte finali della Rossa spettavano, però, al grande capo che, in alcuni frangenti, ebbe anche dei conflitti con suo figlio. Nel 1988, dopo alcune visioni discordanti Piero venne allontanato dalla gestione sportiva e nominato vicepresidente della Ferrari, al fianco dell’allora Presidente Vittorio Ghidella. Ferrari, ora è ufficiale: ecco come si chiamerà la nuova monoposto.

Il patrimonio di Piero Ferrari

Dopo la morte di Enzo, Piero e sua figlia Antonella chiesero al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga di poter abbandonare il cognome “Lardi”, mantenendo esclusivamente il patronimico “Ferrari”. La richieste avvenne nel febbraio del 1990 e fu accolta dal ministro di Grazia e Giustizia Giuliano Vassalli. Il provvedimento divenne operativo con la pubblicazione del D.P.R. 5 dicembre 1990. Piero divenne l’erede universale del Drake, assumendo un ruolo di primo piano nella casa modenese. Inoltre, negli anni successivi, fondò la High Performance Engineering, un’azienda di progettazione ingegneristica per soluzioni avanzate per la progettazione, calcolo e produzione di componenti per motori ad alte prestazioni.

Nell’arco della sua vita, Piero si è occupato anche di altri motori, ricoprendo l’incarico di Presidente della Piaggio Aero Industries, dal 1998 al 2014. Dal 1998 al 2001 è stato Presidente della Commissione Sportiva Automobilistica Italiana. In omaggio alla sua carriera professionale nel settore motoristico, ha ricevuto la laurea honoris causa in ingegneria aerospaziale dall’Università degli Studi di Napoli Federico II nel 2004, e la laurea honoris causa in ingegneria industriale meccanica dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia nel 2005. Quanto dura la visita al Museo Ferrari di Maranello? Ecco la risposta.

Tra le varie onorificenze, Piero Ferrari è stato omaggiato di quella di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Cavaliere del lavoro. Secondo la rivista Forbes il suo patrimonio personale si aggira sui 4,6 miliardi di euro. In sostanza è l’ottavo uomo più ricco d’Italia. In molti lo avrebbero voluto al comando della Scuderia Ferrari, al termine dell’epopea targata Luca Cordero di Montezemolo. Piero, però, ha preferito osservare le vicende della Rossa da una posizione privilegiata, godendosi la sua vecchiaia senza pressioni e nel lusso.

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Davide Russo

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