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Formula 1

F1, ora è ufficiale: la Volkswagen annuncia la notizia che tutti attendevano

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Giovanni Messi

Il mondo della F1 può festeggiare l’arrivo di Audi e Porsche. La Volkswagen ha praticamente ufficializzato la propria decisione.

La F1 non ha attraversato un periodo facile, sin qui, a livello di costruttori ufficiali presenti in griglia. A dire la verità, ne sono rimasti solo tre. C’è la Mercedes, la Ferrari e la Renault, anche se il team di Enstone è stato ribrandizzato Alpine, ma poco conta, visto che si tratta di una semplice operazione di marketing volta a risollevare questo marchio nel mondo delle corse.

F1 Volkswagen, Audi e Porsche (ANSA)

Alla fine del 2021, la Honda ha abbandonato il Circus in forma ufficiale, anche se sulle Red Bull e le AlphaTauri la power unit montata continua ad essere quella giapponese, ma è una partnership che riguarda esclusivamente la produzione e non la manutenzione o lo sviluppo.

Negli anni Duemila, invece, la situazione in F1 era ben diversa. La Mercedes era presente come motorista, ma aveva in mano parecchie quote della McLaren, arrivando a motorizzare anche Force India e Brawn GP prima dell’ingresso ufficiale nel 2010. La BMW era entrata nel 2000 accanto alla Williams, prima di legarsi alla Sauber tra 2006 e 2009 operando come costruttore.

Al via c’erano anche la Toyota, presente dal 2002 al 2009 e che mai riuscì a vincere una gara, la Honda, prima come motorista della BAR e poi attiva dal 2006 al 2008, la Jaguar, divenuta Red Bull nel 2005, oltre che alle solite Ferrari e Renault. Il Circus attirava molti costruttori, anche per via dei costi meno alti vista l’assenza delle power unit turbo-ibride e di una crisi economica che ancora non era presente.

Tra 2009 e 2010 iniziò il crollo delle partecipazioni dei grandi costruttori. Toyota, Honda e BMW lasciarono a pochi mesi di distanza l’una dall’altra, seguite poco dopo dalla Renault che è stata presente solo come motorista tra il 2012 ed il 2015. Man mano, la situazione sembra migliorare dopo anni difficili, e nella giornata di oggi è arrivata una notizia fondamentale per la massima formula.

F1, Audi e Porsche presto impegnate nel Circus

Nella mattinata odierna, la Volkswagen ha praticamente ufficializzato l’ingresso in F1 di Audi e Porsche, i marchi di punta della casa tedesca. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa “Reuters“, l’amministratore delegato del gruppo Volkswagen, Herbert Diess, avrebbe annunciato la notizia.

Stando a quanto si mormora negli ultimi giorni, la Porsche dovrebbe entrare come motorista nel 2026, legandosi alla Red Bull. Alla fine del 2025 terminerà infatti la collaborazione tra il team di Milton Keynes e la Honda, visto che andrà a concludersi anche il congelamento delle power unit.

Le unità propulsive subiranno dei profondi cambiamenti dal 2026, tra cui spicca l’eliminazione dell’MGU-H e l’introduzione al 100% dei bio-carburanti. L’Audi dovrebbe invece entrare come team autonomo, anche se non sono ancora chiare quelle che saranno le modalità.

Tempo fa si parlava di un acquisto della McLaren, che avrebbe però rifiutato le avances della casa di Ingolstadt, vogliosa di avere una propria squadra in F1. Come detto, la Porsche potrebbe entrare solo da motorista, ma non è ancora escluso che lo faccia da costruttore a propria volta.

Per quanto riguarda la casa di Weissach, l’impegno è ora concentrato sulla 24 ore di Le Mans, dove tornerà a competere per la vittoria assoluta nel 2023 in classe LMDh. Il prototipo sta effettuando i primi test e potrebbe esordire già in questa stagione, mentre l’Audi ha preferito iniziare a pensare al proprio ingresso nel Circus annullando la propria avventura a Le Mans, che sarebbe dovuta partire il prossimo anno.

Senza alcun dubbio, l’arrivo di due case così importanti è una boccata d’aria fresca per il Circus, che ha estremo bisogno dell’approdo di nuovi costruttori. La Porsche, in qualità di motorista, ha vinto tre mondiali piloti e due costruttori tra il 1984 ed il 1986, quando Niki Lauda ed Alain Prost dominavano la scena. Quei tempi potrebbero tornare presto.

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Giovanni Messi
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