Il caos del GP di Abu Dhabi potrebbe essersi generato a causa dell’eccessiva pressione sulle spalle di Masi. Ecco il parere di Ecclestone.
Spiate, contestazioni, regole da correggere in itinere. Un mix esplosivo capace di mandare in tilt chiunque. Specialmente se le spalle non sono robuste e l’esperienza è relativa a differenza del predecessore Charlie Whiting.
Bernie Ecclestone non perdona Michael Masi per il modo scellerato con cui ha diretto almeno le due gare conclusive del mondiale di F1 2021, ma lo giustifica. Ne ricerca una motivazione.
Seppur dati alla mano Verstappen è stato effettivamente più vincente, concreto, costante e lucido rispetto ad Hamilton, il modo in cui a Yas Marina si è arrivati alla sua consacrazione è stato discutibile. Che la si giri in ogni maniera, l’intervento della Federazione dapprima con l’uscita della Safety Car per l’incidente occorso alla Williams di Nicholas Latifi, poi con la decisione di far ripartire la corsa a un giro dalla fine, ha influenzato l’esito dell’evento e della stagione nel suo complesso, dato che l’olandese della Red Bull aveva da poco montato gomme soft fresche e dunque si trovava in posizione di vantaggio.
Ecclestone bacchetta la Mercedes: la critica dell’ex boss della F1
Da lì, come sappiamo, è stato un profluvio di polemiche. Ma davvero il responsabile federale ha sbagliato tutto? Secondo il mitico patron della classe regina dell’automobilismo, l’australiano è stato solamente vittima di continui solleciti da parte dei team che lo hanno evidentemente stressato, ma non avrebbe potuto fare altro che consentire al gran premio di riprendere negli Emirati.
Per il 91enne, sarebbe finita a pari e patta, se così possiamo dire, in quanto in altri frangenti della manifestazione, Masi aveva chiuso un occhio favorendo Lewis. Un esempio è stato il taglio di chicane non sanzionato giusto in avvio.
“Parlare di furto è dunque un completo nonsenso“, ha affermato a Sky, esprimendosi sulle lamentele sollevate a caldo e successivamente dalla scuderia di Stoccarda e dal sette volte iridato, in primis. “Alla prima tornata l’inglese non è stato punito, di conseguenza non dovrebbe lamentarsi molto. Casi del genere avvengono con frequenza nello sport e prendersela con chi deve dirigere il GP è errato. Alla fine si è comportato correttamente“, ha sentenziato duro verso la Mercedes e soprattutto il #44 che da allora, offeso, ha fatto perdere le proprie tracce e neppure si sa se continuerà a correre in F1.
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