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MotoGP

Paolo Simoncelli racconta un retroscena: “Marco voleva smettere”

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Matteo Bellan

Paolo Simoncelli racconta alcuni aneddoti sul figlio Marco, venuto a mancare dieci anni fa nella gara MotoGP a Sepang.

Marco Simoncelli e il padre Paolo (©Getty Images)

A fine mese nelle sale cinematografiche uscirà il docufilm “SIC” dedicato a Marco Simoncelli. C’è grande attesa di vedere l’opera realizzata con in contributo di Sky, Fremantle Italy e Mowe.

La storia del pilota viene raccontata anche attraverso le voci di chi lo ha conosciuto quando era in vita. Ci sono colleghi, amici, giornalisti e manager che spiegano chi era SIC. E, ovviamente, non poteva mancare papà Paolo Simoncelli. Nessuno meglio di lui può raccontare il figlio.

LEGGI ANCHE -> Marco Simoncelli, il docufilm SIC in arrivo al cinema: le date (VIDEO)

Paolo Simoncelli ricorda il figlio Marco

In un’intervista concessa a Venerdì, inserto settimanale del quotidiano La Repubblica, Paolo Simoncelli ha raccontato di non avere pentimenti per aver avviato la carriera motociclistica del figlio: «Molti mi chiedono se mi sono mai pentito di aver messo Marco sulle minimoto da piccolo e dico che rifarei tutto anche sapendo com’è andata a finire. Perché correre in moto lo rendeva felice. L’unico momento brutto è stato quando ha avuto paura di non realizzare il suo desiderio di diventare campione del mondo».

Il team manager della formazione Moto3 SIC58 Squadra Corse ha anche spiegato che Marco avrebbe potuto intraprendere un altro tipo di carriera: «Se la cavava molto bene anche col pallone, tanto che a 14 anni abbiamo deciso quale sport avrebbe seguito. E abbiamo scelto il motociclismo».

Nel 2006, quando passò nel team di Rossano Brazzi, SIC ebbe problemi tali da spingerlo a pensare anche di mollare tutto. Il padre spiega cosa successe: «Marco e Brazzi non si sono mai piaciuti, per diversi motivi. E nel momento cruciale in cui iniziava ad arrivare qualche risultato, il capotecnico ha avuto la labirintite e al suo posto è arrivato un giovane. Marco a un certo punto ha ceduto. Un giorno mi ha detto “Babbo, voglio smettere. Non sono più buono a guidare”. Siccome non avrebbe mai ascoltato il mio parere, l’ho fatto parlare con l’amico meccanico Sanzio Raffaelli che gli ha spiegato che la mancanza di risultati non dipendesse da lui. E così ha continuato».

Paolo Simoncelli svela anche un divertente aneddoto: «Quando ha iniziato a essere famoso, lo invitavano ad andare in discoteca per un’ora per portare a casa magari 10 mila euro. Io avrei accettato, ma lui rifiutava dicendo “Babbo sono un pilota, non un tronista”».

Paolo Simoncelli e Carlo Pernat (©Getty Images)
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Matteo Bellan

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