Alla fine del pazzo GP dell’Arabia Saudita i commissari infliggono un’altra penalità per il tamponamento tra Lewis Hamilton e Max Verstappen
Il folle Gran Premio dell’Arabia Saudita non si è concluso sotto la bandiera a scacchi del circuito di Jeddah. Gli strascichi dei duelli, dei contatti e degli incidenti fioccati nel corso della gara si sono infatti protratti anche nelle ore successive, nell’aula della direzione gara.
I giudici hanno infatti aperto un’inchiesta sul caso più controverso in assoluto del lungo testa a testa tra i due piloti in lotta per il Mondiale F1, Lewis Hamilton e Max Verstappen. L’episodio è avvenuto quando all’olandese è stato ordinato di lasciar passare il suo rivale, poiché aveva guadagnato un vantaggio ingiusto nei suoi confronti.
Il portacolori della Red Bull ha obbedito e ha rallentato, ma a quel punto è stato il suo avversario della Mercedes a tamponarlo, all’ingresso della curva 27. Entrambi sono stati convocati dai commissari, che alla fine, dopo aver rivisto e analizzato le riprese e ascoltato i piloti coinvolti, hanno deciso di infliggere una penalità: ad essere sanzionato per aver provocato la collisione è stato proprio Verstappen, che si è visto aggiungere altri dieci secondi al suo tempo finale.
Si tratta della seconda penalizzazione della domenica per Max, oltre a quella di cinque secondi inflittagli a gara in corso. In effetti, già a caldo dopo la bandiera a scacchi il capolista si era lamentato in maniera colorita, sostenendo che “la Formula 1 ora è fatta più di penalità che di corse”.
Per fortuna di Verstappen, tuttavia, questi ulteriori dieci secondi che si è beccato non modificano la classifica della gara: il figlio d’arte conserva infatti il suo secondo posto e rimane in testa alla graduatoria iridata a pari merito con Hamilton (ma con una vittoria di vantaggio). Sarà dunque il finale di stagione di Abu Dhabi a decidere l’assegnazione di questo combattutissimo titolo iridato.
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