Compie oggi gli anni Irvine, seconda guida della Rossa nei primi anni di Michael Schumacher. Un pilota guascone, come tanti nel passato
Compie oggi, 10 novembre, gli anni uno dei piloti più “pazzi” della F1 recente: Eddie Irvine. L’irlandese che forse ha rappresentato a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila il pilota guascone, più legato ai piaceri della vita che alla pista. Insomma un pilota vecchia maniera, di quelli che non esistono più.
Nato a Newtownards, in Irlanda del Nord, cominciò a correre solo nel 1983 Irvine. Aveva la passione per le moto, ma i genitori le ritenevano molto pericolose, più delle quattro ruote. Incoraggiato dal padre, venne spinto così a cimentarsi nella Formula Ford. Nel 1987 l’annata migliore, quando conquistò, oltre al titolo, il Formula Ford Festival e il RAC Formula Ford.
L’anno successivo arrivò il passaggio in F3 inglese. Poi in F3000, dove corse con la scuderia Jordan. Conquistò una vittoria in Germania e concluse il campionato al terzo posto, ottenendo risultati migliori dei suoi compagni di squadra Heinz-Harald Frentzen ed Emanuele Naspetti. Sfiorò il titolo nella F3000 giapponese, poi nel 1993 il debutto in F1, sempre con Jordan, in Giappone. E fu memorabile. Irvine infatti fu capace di andare subito a punti chiudendo al sesto posto, ma soprattutto litigò subito con Ayrton Senna, che gli rifilò anche un pugno. Il motivo fu la difficoltà nel doppiaggio avuta dal brasiliano.
Nel 1995 l’ultima stagione per Irvine alla Jordan, primo del grande salto alla Ferrari. Qui, in coppia con Michael Schumacher, ebbe risultati altalenanti. Spesso ritirato nelle prime stagioni per problemi al cambio o al motore, Dal 1998 cominciò a crescere e a ottenere qualche risultato in più. Ma fu nel 1999 che arrivò la svolta.
L’incidente di Schumi a Silverstone catapultò il nordirlandese come prima guida, che doveva giocarsi il Mondiale con Mika Hakkinen. Le vittorie nel Gran Premio di Germania e d’Europa fanno sognare i tifosi ferraristi, che mai si sarebbero aspettati di poter tifare Irvine come campione. Tutto si decise all’ultima gara in Giappone, ma la vittoria del finlandese spense le speranze di Irvine, che si fermò a un solo punto dal sogno. Fu quello il culmine della sua carriera.
Nel 2000 passò alla Jaguar in seguito a una serie di scontri con la Ferrari. Anche qui però i risultati non furono all’altezza e nel 2003, dopo una trattativa fallita per il trasferimento in Jordan, decise di ritirarsi dal mondo delle corse.
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