Andrea Dovizioso non risparmia una frecciatina al suo nuovo compagno di squadra alla Petronas, Valentino Rossi
Connazionali sì, colleghi pure, ora anche compagni di squadra, amici abbastanza. Ma alleati, proprio no. Andrea Dovizioso mette subito le cose in chiaro con il suo neo vicino di box Valentino Rossi.
Il fatto che ora si trovino a condividere il team Petronas, pur avendo un buon rapporto, non significa che si impegneranno l’uno per l’altro. Ciascuno penserà prima di tutto a se stesso.
“Con Valentino non facciamo un vero e proprio lavoro di squadra”, spiega Dovi al termine delle qualifiche del Gran Premio di Misano. “Lui sulla tecnica è molto curioso, quindi abbiamo parlato a lungo perché voleva sentire le mie sensazioni, e in ogni caso in Yamaha tutti i piloti si scambiano i dati in modo molto aperto”. Ma in chiusura il forlivese non risparmia una frecciatina al Dottore: “Sinceramente l’ho visto più sul pezzo in passato”.
I risultati sembrano testimoniarlo. Sulla griglia di partenza Dovizioso si accomoderà nella casella subito dietro a quella del fenomeno di Tavullia, ma si ritroveranno appena al ventitreesimo e ventiquattresimo posto. Non certo una grande dimostrazione di competitività. Per Andrea, però, è tutto molto comprensibile: era da quasi dieci anni che non saliva in sella ad una Yamaha, un mezzo molto diverso da quella Ducati a cui era abituato.
“Il Dna e le caratteristiche della M1 sono rimaste le stesse del 2012, quindi non sono troppo sorpreso”, afferma. “Ma quando sali in moto, anche se magari succede quello che ti aspettavi, è tutto più estremo, più amplificato. All’inizio ho pensato: ‘Porca vacca, sto guidando una moto totalmente all’opposto di quella che ho guidato negli ultimi otto anni’. Sono proprio due linee divergenti e vanno guidate in modo davvero diverso”.
Anche se il suo apprendistato è appena all’inizio, comunque, i primi miglioramenti si cominciano a vedere: “È stato bello stamattina sentirmi meglio in moto, so che andrà sempre così giorno dopo giorno. Ieri non forzavo mai, perché non mi sentivo comodo in sella; oggi ho spinto un po’ di più, sono riuscito ad avvicinarmi: questo era il mio obiettivo. Adesso posso iniziare a capire la M1, anche se naturalmente ci vorrà tempo”.
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