Jorge Lorenzo ritorna nel paddock della MotoGP e incontra di nuovo Valentino Rossi. Con una suggestione per il loro futuro comune
Jorge Lorenzo è tornato. Certo, non più nei panni di pilota, bensì di commentatore televisivo d’eccezione e di ospite d’onore del Gran Premio d’Aragona.
Eppure rivederlo lì, in quel paddock che era stato per anni la sua seconda casa e che aveva abbandonato a fine 2019, fa un certo effetto. A noi spettatori, a lui stesso e naturalmente anche a quelli che sono stati i suoi compagni e rivali nel corso della sua lunga carriera.
“Dopo il mio ritiro ho cambiato canale, non ho più pensato ai Gran Premi, così tornare nel paddock è stato un po’ uno shock”, ha raccontato nel corso dell’incontro con la stampa. “Ma poi ho parlato con i vecchi amici, ho lavorato molto concedendo diverse interviste. Mi sto divertendo”.
Una delle persone che non poteva proprio fare a meno di incontrare è ovviamente Valentino Rossi. Suo storico compagno di squadra e acerrimo rivale ai tempi della Yamaha, con cui c’è stato un breve rendez vous e una chiacchierata. “Sono andato da Vale e abbiamo parlato per dieci minuti un po’ di tutto”, racconta. “È felice, è motivato a provare la nuova avventura nelle auto, ha preso la decisione giusta. Anche per i più grandi sportivi arriva quel momento. E ora, a 42 anni, si godrà la vita, cosa che peraltro fa già”.
Il futuro del Dottore sarà dedicato alle quattro ruote, dunque, in particolare all’endurance e alla 24 Ore di Le Mans. Una gara che lo stesso Por Fuera non ha mai nascosto di sognare. E se i due si ritrovassero di nuovo insieme, nello stesso equipaggio, in questa nuova avventura? L’idea è complicata, ma stuzzica non poco il maiorchino: “Siamo entrambi veloci in macchina, non abbiamo pressione e non ci servirebbe una grande preparazione. Sarebbe bello, ma non so se accadrà”.
Di certo le sue battaglie con il fenomeno di Tavullia e con gli altri hanno segnato un’epoca e anche tanti ricordi del cinque volte campione del mondo: “Quando c’eravamo io, Rossi, Stoner, Pedrosa, Marquez, avevamo personalità molto differenti”, ha ricordato ai microfoni di Sky Sport. “Io ero quello che diceva sempre quello che pensava, un po’ arrogantello, volevo dimostrare sempre di essere molto sicuro di me stesso. Nelle gare mi trasformavo, ero super concentrato, molto serio, freddo, ma poi dopo la gara ero diverso, felice, volevo fare casino, sorridevo tanto. Ora sono più rilassato, non ho pressione, mi godo la vita”.
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