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Motomondiale

Dai duelli con Valentino Rossi alla Superbike, auguri a “Macio” Melandri

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Oscar Slaifer

Il Mondiale 250, l’annata orribile con la Ducati, le soddisfazioni con le derivate. Melandri è stato uno dei talenti più importanti nel panorama mondiale

Marco Melandri con la Honda MotoGP (Photo by Robert Cianflone/Getty Images)

Campione del mondo della classe 250 nel 2002, primatista italiano di vittorie nel Campionato mondiale Superbike, con 22 successi. Non basta però questo a descrivere il talento di Marco Melandri, uno dei piloti italiani più talentuosi e controversi degli ultimi decenni, che oggi, 7 agosto, compie 39 anni.

Melandri, gli inizi in bici e l’approdo al Motomondiale

La carriera di Marco Melandri non inizia subito con le due ruote motorizzate ma con un’altra passione, quella per le bici. In particolare le BMX, con cui esordirà addirittura a 5 anni, disputando anche prove di Coppa del Mondo. A 8 anni passa alle minimoto con le quali nel 1992 e nel 1994 è campione italiano.

Poi ecco arrivare a notarlo nientemeno che Loris Reggiani. E arriva il salto di qualità. Nel 1997 è campione italiano della 125, diventando il più giovane a riuscire in questa impresa. Inoltre è collaudatore Honda per il Mondiale 125. E l’infortunio di Mirko Giansanti gli regala l’opportunità di esordire in Repubblica Ceca, con un 17° posto.

Nel 1998 il salto definitivo, quando diventa pilota ufficiale con la Honda. Al Mugello sfiora la vittoria, ma poi riesce a portare a casa il GP d’Olanda, grazie al quale diviene il più giovane pilota ad aver vinto un Gran Premio di motociclismo all’età di 15 anni e 324 giorni, e quello della Repubblica Ceca. E chiude terzo nella classifica finale con 202 punti. Nel 1999 riprova l’impresa ma nonostante cinque vittorie e diversi podi chiude ancora una volta sul podio, stavolta solo dietro a Emilio Alzamora, per un solo punto.

Il Mondiale in 250 e la MotoGP

Nel 2000 il salto di Melandri in 250, dove con il 3º posto in Portogallo, conquistato a 18 anni e 27 giorni, diviene il più giovane pilota a salire sul podio nella classe di mezzo, superando il precedente primato di Mike Hailwood. L’appuntamento con la prima vittoria è solo nel 2001, nel GP di Germania, prima di chiudere la stagione al terzo posto. Ma si rifà nel 2002, e ampiamente: il ravennate infatti conquista il titolo mondiale vincendo 9 gare (in Sudafrica, Italia, Catalogna, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Germania, Repubblica Ceca, Australia e Comunità Valenciana), di cui 6 consecutive dal Mugello a Brno.

Prestazioni che gli consentono quindi di passare in MotoGP. È la Yamaha a credere inizialmente in lui, ma la prima stagione è costellata di infortuni. Nel 2004 passa al team satellite di Poncharal, ma anche qui sono poche le soddisfazioni. Riesce a conquistare il podio alla quinta gara, a Barcellona, quando si piazza dietro Rossi e Sete Gibernau, ripetendosi tredici giorni dopo ad Assen. Ma sono i migliori risultati.

Nel 2005 la sua migliore annata, quando passa alla Honda del team di Fausto Gresini. Melandri centra il 3º posto a Jerez, in Cina e a Barcellona, il 2º posto ad Assen e in Qatar e alla fine vince 2 gare, in Turchia ed a Valencia. A fine campionato arriva secondo nel Mondiale dietro a Valentino Rossi, uno dei suoi rivali più agguerriti.

Le annate amare e la seconda vita in Superbike

Poi però inizia il declino nella classe regina. Il momento più brutto Melandri lo passa nel 2008 in Ducati, dove ottiene solo un quinto posto in Cina ma soffre terribilmente tutta la stagione una moto che non sente per nulla sua. Tanto che rompe il contratto per il 2009.

Poi le esperienze in team privati, prima dell’addio e il passaggio in Superbike, dove il ravennate si ritrova. Nei primi 4 anni, corre per Yamaha, BMW (due stagioni) e Aprilia, ottenendo 19 successi e chiudendo sempre nella top-4 nella generale. Dopo una breve parantesi di nuovo in MotoGP con Aprilia (senza acuti), torna tra le derivate di serie nel 2017 con Ducati, dove in due stagioni racimola qualche podio e un solo trionfo. Gli ultimi due anni li divide tra Yamaha e Ducati, prima del definitivo ritiro.

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Melandri su Ducati nel Mondiale Superbike (Foto Getty Images)
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