Jorge Lorenzo parla della sua ultima stagione in Honda, della sua ambizione, della ferrea disciplina paterna. E dell’idea di un figlio.
Jorge Lorenzo si gode la sua vita post carriera, interviene a programmi, interviste, interagisce attivamente con i social. Ogni uscita del pentacampione fa notizia, anche dopo avere appeso il casco al chiodo. Stavolta interviene ai microfoni di Fran Rivera nel programma Espejo Público dove parla della sua ultima stagione in Honda, della sua ambizione, del rapporto col padre.
Un’intervista a 360 gradi in cui il maiorchino ha messo in chiaro la sua ambizione. “Sono più felice di quando correvo, sono uno molto perfezionista, e quando faccio qualcosa lo faccio al 1000×1000. Pensavo tutto il giorno a come essere migliore. Doppia seduta quasi ogni giorno con 6 o 7 ore di allenamento… Mi manca vincere – ha ammesso Jorge Lorenzo -, sono sempre stato molto competitivo, quello che mi piaceva era vincere, ancor più che andare in moto”.
Peccato che la sua carriera si sia conclusa nel peggiore dei modi, senza poter vincere con la Honda. Ma gli infortuni prima e durante il campionato, una moto così difficile hanno reso impossibile chiudere in bellezza. “Nel 2019 ho firmato per la Honda, è stato super emozionante, si parlava di Dream Team con Márquez… La Honda era una moto sorprendentemente complicata , e non I risultati sono usciti. Non ho resistito, anche se avevo ancora un anno di contratto”.
Nella lunga intervista ricorda anche le sue prime corse, una passione ereditata da suo padre, che gli ha trasmesso valori solidi anche dal punto di vista umano. “È stato lui a mettermi in questo mondo, era la sua passione. Mi ha costruito la mia prima moto a tre anni per la mia prima gara. Mio padre era come un sergente, una specie di Hitler, un allenatore di ginnastica cinese tipo o russo. Mi ha insegnato molti valori sportivi, come la disciplina, che nulla accade per fortuna”. Adesso che la sua vita sportiva è terminata Jorge Lorenzo pensa all’idea di avere presto un figlio, ma non avremo un figlio d’arte… almeno nelle sue intenzioni. “Se avessi un figlio farei di tutto perché non sia un pilota”.
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