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Formula 1

Buon compleanno Jackie Stewart, lo “scozzese volante” ne compie 82

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Oscar Slaifer

Il compleanno del pilota britannico, tre volte campione del mondo e paladino della sicurezza in F1. Una storia davvero incredibile

Sir Jackie Stewart (Photo by Robert Cianflone/Getty Images)

Uno dei piloti più forti mai visti in pista, lo “scozzese volante”, il primo britannico a vincere tre titoli mondiali. Già questo spiega l’immensità di Jackie Stewart che oggi, 11 giugno, festeggia 82 anni.

Stewart e gli esordio nel tiro a volo

Figlio di un rivenditore di automobili (prima Austin, poi Jaguar) e pilota di moto amatoriale, Stewart è stato sempre un grande appassionato di motori. Ma il destino ha voluto che all’inizio avesse scelto un altro sport: il tiro a volo.

Cominciò a 13 e ben presto conquistò diversi titoli nella squadra scozzese, tra cui il campionato britannico, scozzese e gallese di skeet, oltre al campionato europeo Coppa delle Nazioni. Tanto che arrivò fino alle Olimpiadi del 1960 a Roma, dove però fu solo una riserva.

1961, la svolta di Jackie

Stewart intanto lavorava in qualità di apprendista meccanico. E il passaggio alle corse, col passare del tempo, fu quasi naturale. L’anno chiave fu il 1961 quando, su offerta di un cliente di suo padre, cominciò a provare delle auto da corsa. Il passaggio a pilota professionista arrivò nel 1962, dopo aver girato a Oulton Park su una Jaguar E-Type con gli stessi tempi dei piloti professionisti.

Nel 1964 altro momento fondamentale per Jackie, che effettuò un test per Ken Tyrrell su una Formula3, che stava provando anche Bruce McLaren. Fu amore a prima vista e nacque allora che Tyrrell gli offrì un posto nella sua squadra, questo fu l’inizio di una collaborazione che durò per tutta la carriera di Stewart. Per ben due volte rifiutò il passaggio in F1, per accumulare esperienza nelle categorie minori. Ma quel talento non poteva rimanere troppo nell’ombra.

Finalmente la F1 e i trionfi

È l’anno 1965 quando Stewart fa finalmente il suo debutto in F1 con la BRM. E anche stavolta stupì tutti: 6° in Sudafrica, 3° a Montecarlo e 1° in Italia, risultati che gli fecero chiudere la prima stagione al 3° posto, alle spalle del compagno di squadra Graham Hill.

Nel 1968 arrivò il trasferimento di Jackie alla Matra: vicecampione del mondo con tre successi, in Olanda, Germania e USA. Ma l’anno successivo arrivò il primo titolo grazie alle sei vittorie rimediate in Sudafrica, Spagna, Olanda, Francia, Gran Bretagna e Italia.

Nel 1970 invece il passaggio alla Tyrrell, che comincia a costruire le proprie monoposto anche nella massima serie. E dopo un solo anno arriva il secondo titolo mondiale. Nel 1972 Stewart continuò a vincere e arrivò 2° con 4 vittorie, in Argentina, Francia, Canada e USA. ma si rifece un anno conquistando l’ultimo titolo iridato.

Stewart, la scuderia e le battaglie per la sicurezza

Lo scozzese fu grande protagonista anche fuori dalle macchine da corsa. Nel 1997 fondò anche la scuderia Stewart, con la quale nel 1999 ottenne anche una vittoria nel GP d’Europa, al Nürburgring, grazie a Johnny Herbert. Nel 2000 però vendette tutto alla Ford, che poi trasformò il team in Jaguar, prima che ci fosse il passaggio nel 2005 alla Red Bull.

Stewart però è legato anche alle battaglie per la sicurezza dei piloti. Lui che fu protagonista di un grave e spettacolare incidente nel 1966 in Belgio, fu tra i più grandi sostenitori di una F1 più sicura. In particolare spinse affinchè fossero migliorate le infrastrutture in pista, con l’inserimento di barriere, oltre alla richiesta dell’uso del casco integrale da parte dei piloti e delle cinture di sicurezza.

Insomma Stewart è stato un campione in tutto. Ed è per questo che rimane uno dei piloti più iconici della F1.

LEGGI ANCHE —> Ferrari, perché il nuovo boss può rilanciare (anche) la scuderia di F1

Uno scatto di Jackie Stewart nel 1972 (Photo by Blackman/Daily Express/Hulton Archive/Getty Images)
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