Il capotecnico Fabio Quartararo, Diego Gubellini, spiega il motivo per il quale la Yamaha non ha fermato il suo pilota con la tuta aperta
Si è discusso molto dell’episodio della tuta aperta di Fabio Quartararo, negli ultimi giri del Gran Premio di Catalogna, conclusosi con la penalizzazione del Diablo.
A dare la parola definitiva oggi è il suo capotecnico Diego Gubellini, che spiega i motivi per i quali il pilota francese non è stato fermato dalla Yamaha, nonostante la circostanza evidentemente pericolosa.
L’ingegnere ricostruisce la vicenda: “A quattro giri dalla fine, quando Fabio è arrivato alla staccata della curva 1, ha frenato e la cerniera della tuta si è aperta completamente”, racconta ai microfoni del sito specializzato Mowmag. “Quella è la curva più critica perché la tuta aperta faceva da paracadute. Fabio se ne è accorto e, nel giro in cui l’ha passato Zarco è andato lungo, alla curva 1. Alla tornata successiva Miller lo ha passato. Fabio ha risposto riprendendosi la posizione ed ha tagliato il traguardo terzo”.
Al muretto dei box della squadra in blu si respirava in effetti un clima di tensione in quei momenti: “Ero preoccupato per la sua sicurezza, anche perché stava battagliando con Jack per la terza posizione, per cui nell’adrenalina della lotta per il podio prendersi degli azzardi con la tuta aperta sarebbe stato rischioso”.
Ma la scelta dei boss della Casa dei Diapason è stata quella di non intervenire: “Perché mancavano pochi giri e nel replay abbiamo visto che Fabio stava cercando di richiudere la tuta. Sia Maio (Meregalli, ndr), che Lin Jarvis stavano discutendo e valutando cosa fare”, spiega Gubellini.
Il pilota, dal canto suo, ha comunque alzato il ritmo: “Di fatto Fabio ha rallentato. Stava girando in 1:40 alto ed ha iniziato a girare in 1:41. Ha fatto anche un giro in 1:42 per l’impedimento della tuta aperta e perché stava cercando di richiuderla. Credo che abbia fatto il possibile nella concitazione della gara perché non voleva perdere il contatto dai piloti di testa”.
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