Tramonta uno dei capisaldi della nuova F1 targata Liberty Media. Il CEO Domenicali rifiuta la possibilità di eliminare il venerdì.
Nella mente del Baffo, ex capo Supremo del Circus, Chase Carey c’era la volontà di riempire all’impossibile il calendario per dare vita ad una sorta di IndyCar all’europea.
Purtroppo per lui, però, le cose sono andate diversamente. Un po’ per le sue stesse dimissioni, un po’ per il Coronavirus, i programmi di Liberty Media sono saltati.
Certo, quello partito a fine marzo dal Bahrain sarà, salvo imprevisti legati alla pandemia, il campionato più lungo della storia della F1 finora, con ben 23 appuntamenti, tuttavia siamo ancora lontani dai 25 a cui bramava il manager statunitense in barba alle richieste di pietà da parte del personale e ai molteplici appelli dei piloti.
Come noto, per andare incontro alle suddette esigenze, l’ente proprietario della classe regina aveva ipotizzato la riduzione del fine settimana da tre a due giorni.
Con l’obiettivo di verificare la fattibilità del format da adottare in un prossimo futuro, nel 2020 era stata scelta Imola come tappa pilota ed effettivamente sia alle scuderie, sia agli spettatori non era dispiaciuta l’idea.
Tuttavia, per ragioni meramente pratiche di vendita dei biglietti, non se ne farà nulla e il neo capo della “baracca” Stefano Domenicali lo ha detto chiaro e tondo al sito ufficiale della serie.
“Tutti gli organizzatori vogliono offrire un’esperienza completa al pubblico e noi dobbiamo rispettare questa decisione”, ha tagliato corto spalleggiando i promoter desiderosi di ricavare risorse dall’apertura dei propri impianti.
In occasione dello scorso round al Santerno lo stesso Lewis Hamilton aveva espresso delle perplessità. “Normalmente nelle due sessioni del venerdì hai il tempo di testare differenti set-up e in caso di problemi puoi recuperare. Con solamente il sabato a disposizione il rischio è di dover andare subito al massimo per arrivare pronti alle qualifiche”, l’analisi del sette volte iridato.
Chiara Rainis
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