Uno storico portacolori della Ferrari ha attaccato l’ambiente di Maranello e le prestazioni deludenti di Sebastian Vettel
Un Gerhard Berger al vetriolo, quello che ha espresso il proprio punto di vista sulla Formula 1 odierna ai microfoni del podcast In The Fast Lane. Il pilota austriaco, che guidò in due periodi distinti la Ferrari a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, non ha riservato parole delicate alla Rossa di Maranello.
In particolare, l’ex compagno di squadra di Ayrton Senna ha messo sotto accusa la mentalità italiana che si respira a Maranello. Se non è mitigata dalla presenza di altro personale straniero, secondo Gerhard, rischia di creare un’atmosfera poco favorevole all’interno del Cavallino rampante.
“Quando gli italiani sono tutti insieme, a volte a loro piace cullarsi nella propria zona di comfort”, ha spiegato. “Per quanto tutto l’ambiente sia bello, penso che sia sempre una buona cosa avere all’interno di una squadra un mix di culture, di paesi diversi, con una persona al comando che sia in grado di gestire con armonia l’intero team. Quando l’ambiente è positivo e si respira una atmosfera frizzante, a volte si perde l’istinto del killer. Solo due piloti sono stati in grado di andare in Ferrari e trasformarla in una squadra vincente: Niki Lauda e Michael Schumacher“.
Non ci è riuscito, invece, Sebastian Vettel, che negli ultimi anni alla Rossa è letteralmente andato in crisi e anche oggi non sembra vedere la luce in fondo al tunnel, nonostante il passaggio alla Aston Martin. “Sebastian è un quattro volte campione del mondo, quindi senza dubbio è uno dei piloti di punta”, prosegue Berger. “Ma non ha mai reagito bene sotto pressione. Ricordate quando Daniel (Ricciardo, ndr) arrivò alla Red Bull? Era molto forte e mise pressione su Sebastian, e per lui fu difficile affrontarla. Alla Ferrari è accaduta la stessa cosa”.
Proprio questo eccesso di pressione sulle sue spalle sta condizionando il rendimento del tedesco: “Quando lo guardo, sento che non è libero, non è abbastanza rilassato. Sta cercando di dimostrare cose che, al momento, non sono possibili perché la macchina non è abbastanza buona oppure non lo è il suo stato di forma. Quando sei in una situazione del genere ti devi fermare, fare un passo indietro e dire: ‘Beh, prendiamola con tranquillità e presto tornerà il successo'”.
La previsione di Berger è dunque che Vettel sia arrivato al proprio canto del cigno: “È alla fine della sua carriera. Quando hai disputato così tante gare, sei già quattro volte campione del mondo, arriva un punto in cui non sei più in condizione di prenderti troppi rischi, di lottare come avresti fatto prima di vincere un Gran Premio. La sua situazione non è positiva: comincia a commettere errori e le persone iniziano a metterlo in discussione. Questo aumenta la pressione che, come ho detto all’inizio, lui non ama”.
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