Dal 2022 la Red Bull costruirà in casa i propri motori. E per il futuro cerca un nuovo responsabile, magari da strappare alla Mercedes
Ora è ufficiale: a partire dal 2022, la Red Bull si costruirà i motori in casa. A seguito della decisione della Honda di lasciare la Formula 1, i Bibitari hanno scelto di acquisire le operazioni del costruttore giapponese, e di spostarle in una nuova struttura all’interno della loro sede centrale di Milton Keynes.
“Il motore si chiamerà Red Bull, proprio come il motore Mercedes è Mercedes“, ha spiegato il team principal Christian Horner. Così facendo, dunque, le Lattine seguiranno la strada degli altri due top team, costruendo in prima persona sia le vetture, che i propulsori.
Ma c’è un problema. Se dal 2022 al 2024 le altre scuderie hanno accettato il congelamento delle power unit, consentendo dunque alla Red Bull di continuare a produrre le stesse versioni progettate da Honda, tra quattro anni entrerà invece in vigore un regolamento completamente nuovo. E dunque i Tori rossi dovranno ripensare un motore da zero, tutti da soli.
Per riuscirci serviranno uomini all’altezza: “Assumeremo una parte del personale della Honda“, spiega il plenipotenziario Helmut Marko, “ma a parte questo è comune in questo settore portar via dello staff alla concorrenza. Oltre agli uomini Honda, ci sarà una serie di ruoli addizionali che saranno riempiti nel corso delle prossime settimane e mesi. Il contratto con Honda ci lascia tempo sufficiente per trovare questi uomini in più”.
E tra questi uomini ci potrebbero essere nomi di primissimo piano: uno dei candidati sarebbe Andy Cowell, fino alla scorsa stagione il mago dei motori Mercedes. “Era fondamentale per il tremendo successo del reparto propulsori della Mercedes“, ha ammesso Horner. “Ma, per quanto ne sappia io, sta cercando una nuova sfida al di fuori della Formula 1“.
Un altro papabile che viene accostato alla Red Bull in questi giorni è Mario Illien, a sua volta ex responsabile della Mercedes negli anni d’oro dei Mondiali di Mika Hakkinen con la McLaren nel decennio ’90. “Non è stato ancora deciso nulla”, taglia corso Marko. “Ma non credo che sia fuori questione chiedere un sostegno, per esempio nelle prove al banco del singolo cilindro”.
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