Domani compirà 42 anni, ma Valentino Rossi è ancora perfettamente in grado di vincere in MotoGP. Lo dice suo padre Graziano Rossi
“Può sembrare che Valentino corra ancora per fare qualche record, per fare il fenomeno, quello che non si arrende all’età. Non è vero, lui ha voglia e gusto come nei primi anni nelle minimoto. Per questo lo fa”. Parola di uno che lo conosce bene, come papà Graziano Rossi.
Alla vigilia del 16 febbraio, giorno in cui Valentino Rossi spegnerà le sue quarantadue candeline, il padre d’arte (anch’egli già pilota del Motomondiale in classe 500 tra il 1977 e il 1982) spinge infatti il suo erede verso un campionato che sta per iniziare e che, secondo lui, si prospetta ricco di soddisfazioni per il Dottore. A dispetto dell’anagrafe.
“Poi, certo, arriverà un momento in cui anche lui dovrà accorgersi di questo problema della carta d’identità”, ammette Graziano ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ma il momento di fare i conti con l’età, nonostante sulla griglia di partenza si ritrovi contro avversari che hanno praticamente la metà dei suoi anni, non è ancora arrivato.
Anzi, Graziano si dice piuttosto speranzoso delle chance che il numero 46 avrà nel prossimo campionato, al debutto con il team satellite della Yamaha: “Ha intatta la capacità di vincere e andando in Petronas dal punto di vista emotivo-sportivo può essere un passo avanti perché avrà materiale di primissimo ordine, senza la responsabilità del pilota ufficiale”, afferma. “Quest’anno sono molto ottimista. Anche Morbidelli sarà un grande stimolo: se il Ranch è un riferimento importante, lui, Franco e Luca (Marini, ndr) vanno forte uguale”.
Evidentemente il vizio di non invecchiare mai è di famiglia: “A 42 anni ero come adesso, andavo in auto a fare un po’ di traversi, mi divertivo”, spiega Graziano Rossi. “Non ho avuto una carriera lunga come quella di Valentino, né così significativa. Purtroppo per me, e per fortuna per lui”.
Da suo padre, però, il nove volte iridato non ha preso solo la longevità, ma anche la passione per le due ruote: “All’epoca era già meraviglioso, mi aveva già dato momenti di grande gusto. Nel garage ho una foto di lui bambino con il kart completamente di traverso in una curva a sinistra e la ruota davanti staccata da terra. Bellissima. Sono stati per noi momenti indimenticabili. Legavo la sua macchinina con una fune alla mia auto e gli facevo fare i traversi, oggi mi arresterebbero”.
E dire che Graziano ha sempre provato a tenere a bada l’orgoglio di papà: “Ho sempre cercato con tutte le forze di non montarmi la testa e di non pensare di avere un figlio così veloce da diventare un bravo pilota. Non l’ho pensato finché è stato impossibile nascondermi, ovvero a Donington 2000”, la gara della prima vittoria di Vale in classe 500. Il resto della storia la conosciamo tutti.
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