Il governo locale ha deciso la cancellazione del Gran Premio di Thailandia 2021 a causa del Covid-19: si prospetta un’altra stagione europea?
Il calendario del Motomondiale 2021 perde il suo primo pezzo. Dopo il rinvio dei Gran Premi d’Argentina e degli Stati Uniti e con le nuvole nere di dubbio che si addensano su quello inaugurale in Qatar, la prima tappa a saltare definitivamente è quella della Thailandia. Manca ancora l’ufficializzazione da parte dell’organizzatore della MotoGP, ma ieri, martedì, la decisione è arrivata da parte del governo locale.
Il contratto quinquennale che doveva assicurare un posto nel campionato per il circuito di Buriram dal 2021 al 2025 è stato rimandato di un anno (sarà dunque valido dal 2022 al 2026). Il motivo è sempre il solito: la pandemia di coronavirus. Ad annunciarlo è il quotidiano thailandese Bangkok Post, che ha rivelato anche come la licenza per ospitare il GP per cinque anni costerà 900 milioni di baht (poco meno di 25 milioni di euro).
La situazione, insomma, comincia a farsi intricata per la stagione della massima serie a due ruote. E lo spettro di un altro anno come il 2020, disputato in gran parte in Europa e con una manciata di gare doppie per rimpolpare il programma, comincia a farsi concreto.
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