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Superbike

Tito Rabat: “I due super umani sono Marquez e Mir”

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Luigi Ciamburro

Tito Rabat attende di poter esordire con la Ducati del team Barni nei primi test Superbike. E parla del suo addio alla MotoGP.

Tito Rabat (Getty Images)

Tito Rabat ha dovuto rimandare l’esordio in Superbike previsto per la scorsa settimana a Jerez de la Frontera. Dopo aver lasciato la MotoGP  in maniera un po’ coatta, da quest’anno inizia la nuova avventura con la Ducati del team Barni. Ha girato con una moto stradale a Cartagena e l’impatto è stato positivo: “Sono felice, motivato e aspetto quello che accadrà. Penso che sia una nuova opportunità per essere avanti, sentire l’adrenalina e sentire che posso fare grandi cose. Voglio andare passo dopo passo. Il passo più grande arriva dalle piccole cose e voglio seguire tutti i passaggi per arrivare bene alla prima gara”.

Il pilota spagnolo potrebbe essere la grande sorpresa del prossimo campionato Superbike, grazie all’esperienza maturata in classe regina. In un’intervista a Motorcycle News, Tito Rabat ha parlato del passaggio di categoria: “Queste cose accadono. Ho sempre rifiutato il Mondiale Superbike perché il mio sogno era la MotoGP, ma quando è successo sapevo che era tempo di cambiare. Sono qui per combattere. Ci ho pensato molto: restare in MotoGP, andare in Superbike o tornare a casa. La Superbike è sempre stata un’opzione, ma doveva essere in buone circostanze”.

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Qui ritroverà avversari di alto rango come Jonathan Rea ed ex colleghi come Alvaro Bautista e Scott Redding: “Ho visto Alvaro dominare e Scott andare super veloce. Ho battuto entrambi, hanno battuto anche me”. Ma i veri fuoriclasse, secondo Rabat, sono soltanto due: “Secondo me, ci sono due super umani là fuori: Marc Marquez e Joan Mir. Sono ragazzi fantastici ma grandi bastardi, in senso buono (ride)! Hanno quell’extra. Il resto di noi è molto simile. Dipende da quanto lavori e da quanto lo ami”.

Cambia campionato, ma sempre con il supporto Ducati, anche se Rabat non si fida più di nulla dopo le sue precedenti esperienze. “In MotoGP mi hanno detto che avevo la stessa Honda di Marquez, poi la stessa Ducati di Dovizioso. Ogni volta che mi dicono che ho la stessa moto del team ufficiale, dico solo: “Sì, sì, certo”. Ho imparato a non credere a niente finché non lo vedo e lo sento”.

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