Jonathan Rea critico nei confronti di alcune scelte della Dorna: limite di dieci giorni per i test e la cancellazione della gara a Imola.
Jonathan Rea e Kawasaki, alla pari di altri piloti e team del WorldSBK, hanno dovuto rinunciare al test di Jerez a causa del maltempo. Purtroppo non è convenuto a nessuno tentare qualche giro sul bagnato, costretti a passare il tempo ai box. Infatti il limite di test appena ha spinto i presenti a non utilizzare nessuno dei dieci giorni a disposizione durante il 2021 per testare le nuove derivate di serie.
Il sei volte campione del mondo Superbike Jonathan Rea non nasconde la sua contrarietà alla nuova regola. “Il team, i piloti, i dipendenti e i nostri partner tecnici hanno fatto di tutto per essere qui in questo momento strano”, ha spiegato il nordirlandese. “Con le nuove regole, possiamo provare solo per dieci giorni dalla fine della scorsa stagione alla fine di quest’anno. È un enorme spreco di denaro. Siamo già qui. Le regole sono le uniche motivo per cui non guidiamo”.
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Il nuovo limite di test ha lo scopo di ridurre i costi. Nel caso del test di Jerez, tuttavia, sono state risparmiate solo le spese per pneumatici, carburante e altri materiali di consumo, perché i team erano già sul posto con i loro camion. Kawasaki ha quindi deciso di riprovare la prossima settimana. Girare sull’asfalto bagnato non sarebbe stato proficuo per Jonathan Rea. “La pista non era in perfette condizioni. Ecco perché abbiamo preso subito la decisione, in modo che tutti potessero fare le valigie con calma e prendere il volo di ritorno per stare di nuovo con le loro famiglie”.
Jonathan Rea ha espresso qualche malumore anche sul calendario Superbike. In Italia, dove Monza, Imola e Misano rappresentavano tre tappe storiche per il calendario, è rimasta solo Misano come sede. Insieme a Monza, Imola è uno degli autodromi italiani più storici e famosi. “È triste che Imola non sia più in calendario”, si rammarica il 33enne. “La pista non è una delle piste più moderne, ma non importa quale moto abbia guidato lì, la sensazione è sempre la stessa… Riguarda il pilota e la pista. Non ho mai guidato per un produttore italiano a Imola, ma lì ho potuto capire cosa provano i piloti italiani: i fan hanno sempre creato un’atmosfera speciale. Preferirei al 100% guidare a Imola piuttosto che, ad esempio, a Estoril”.
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