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Superbike

Jonathan Rea: “Felice di non correre contro Marc Marquez”

Published by
Luigi Ciamburro

Jonathan Rea parla di Marc Marquez, del suo talento fuori dal comune. La sfida tra gli eroi dei due “mondi-ali” resta però un sogno irraggiungibile.

Jonathan Rea (getty images)

Jonathan Rea, sei volte campione Superbike, avrebbe meritato un’occasione importante in classe regina. Nonostante qualche buona apparizione in sella alla Honda, per sostituire Casey Stoner, non ha mai trovato un progetto importante che gli consentisse di potersi esprimere con un prototipo. Non tutti i mali vengono per nuocere e così il britannico è padrone incontrastato del WorldSBK dal 2015 ad oggi. Una scia vincente che potrebbe proseguire ancora a lungo in sella alla sua Kawasaki Ninja.

Il suo alter ego in MotoGP non può che essere Marc Marquez, otto volte campion del mondo, sei nella Top Class. La sfida tra i due resterà per sempre utopia, il sogno mancato per tantissimi appassionati delle due ruote. “Ad essere onesti, sono contento di non dover correre contro di lui”, dice Jonathan Rea in un’intervista a ‘Motorsport Magazine’. “La sua capacità di nascondere il limite e superare i limiti è incredibile. Continua a spingere per trovare un altro decimo di secondo e un altro e un altro ancora”.

Il talento di un fuoriclasse riconosciuto da un campione dello stesso calibro che di trionfi se ne intende sin troppo bene. “L’abilità tecnica di Marc è incredibile: cosa può fare alla moto quando funziona e cosa può farci quando non funziona”, aggiunge il nordirlandese. Dal suo ingresso in MotoGP nella stagione 2013, Marquez ha vinto un totale di 56 gare, senza dimenticare che nell’ultimo anno è rimasto fuori a causa dell’infortunio al braccio. Tutto questo nonostante la Honda RC213V non sia stata sempre la moto migliore. “E’ ovvio che non avesse il miglior pacchetto a disposizione per tanti anni. Ma è riuscito comunque a vincere”, ha commentato Jonathan Rea. “Ha molta fiducia in se stesso. E questo in abbondanza. Gli altri piloti raggiungono il loro limite e non possono migliorare ulteriormente. Poi incontrano un limite mentale. Marc può continuare a migliorare”. Il suo unico limite è essere umano e soggetto ad infortuni.

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Luigi Ciamburro

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