In un periodo in cui le notizie positive scarseggiano, la F1 si sforza di guardare a quanto di buono ha portato all’ambiente l’emergenza Coronavirus.
Non tutto il male viene per nuocere potremmo dire. In effetti come per tutti i settori, anche per il Circus questo limbo forzato potrebbe rappresentare un occasione per rilanciarsi, cambiare e migliorare, o perlomeno per ripensare agli errori commessi in passato.
Dalla tanto chiacchierata cancellazione del GP d’Australia ad oggi la massima serie ha saputo, come poche volte in precedenza, mettersi d’accordo in tempi brevi e senza polemiche su diversi punti cardine per limitare i danni ad uno sport che inevitabilmente subirà una flessione in termini di entrate.
Come evidenziato dal boss Alpha Tauri Franz Tost il non dover sviluppare in parallelo le monoposto 2020 e 2021 alla luce dello spostamento della rivoluzione tecnica al 2022 è stata per tutti, e soprattutto per i team minori, una buona notizia. Allo stesso modo anche il poter godere dei benefici del budget cap dalla prossima stagione.
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Il COVID-19 non solo avvicinerà le squadre per via del congelamento dell’evoluzione delle vetture, ma altresì non consentirà a chi dispone di maggiori risorse di sfruttare di nascosto le gallerie del vento per avvantaggiarsi una volta tornati in pista.
“La FIA le controlla e dispone di filmati e foto”, ha spiegato il manager austriaco a Motorsport.com. “Ciò significa che non è possibile inserirvi le auto attuali in quanto essendo completamente diverse si noterebbero subito. Inoltre i delegati hanno i dati e possono fare delle comparazioni”, ha aggiunto evidenziando infine come barare creerebbe anche un danno d’immagine importante alle scuderie coinvolgendo persone di più reparti.
Chiara Rainis
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