L’ex pilota di Formula 1 Timo Glock chiede la linea dura sullo scandalo Ferrari: una squalifica e l’addio di Sebastian Vettel e Mattia Binotto a Maranello
“Per me non basterebbe una multa. Chi non rispetta le regole dello sport e altera consapevolmente i risultati merita di essere squalificato. Per me non si può pensarla diversamente”. A chiedere la linea dura contro la Ferrari, nel pieno dello scandalo scoppiato in seguito all’accordo riservato sottoscritto con la Fia per chiudere l’inchiesta sulla presunta irregolarità dei motori di Maranello, è Timo Glock.
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L’ex pilota di Formula 1, che oggi corre nel campionato turismo tedesco Dtm ma è anche opinionista per la televisione teutonica, chiede il pugno di ferro contro la Rossa: “Già lo scorso anno si parlava dei possibili imbrogli della Ferrari”, ricorda ai microfoni del sito Ran. “Quando le altre squadre hanno chiesto controlli sul suo propulsore, la Ferrari ha iniziato improvvisamente a rallentare. Max Verstappen li ha accusati apertamente e la Fia ha aperto un’indagine, che purtroppo è durata molto a lungo, tanto che la conclusione è giunta solo a poche settimane dall’inizio della nuova stagione. Forse dietro a questi ritardi c’era anche una strategia ben precisa”.
Secondo Glock questo scandalo potrebbe addirittura indurre Sebastian Vettel a decidere di lasciare il Cavallino rampante: “Credo che il rinnovo del suo contratto dipenderà anche da come andrà a finire questa storia”, ha sottolineato Timo. “Posso immaginare che questo potrebbe essere un motivo sufficiente a fargli dire basta. Forse potrebbe andare alla McLaren: il nuovo boss del team, Andreas Seidl, è tedesco e ultimamente sta facendo migliorare la squadra. Immagino che certamente gli piacerebbe avere un tedesco esperto tra i suoi uomini”.
Ma l’ex portacolori della Toyota non si ferma qui: addirittura si spinge ad ipotizzare che questa controversia possa costare il posto anche al team principal della Rossa, Mattia Binotto: “Come capita in questo business, chi è responsabile deve prendere il cappello e andarsene”, chiosa Glock. “Sapeva esattamente quello che stava succedendo e, in caso di gravi conseguenze, dovrebbe prendersi le sue responsabilità ”.
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