La Ferrari sta faticando a tenere il passo dei rivali nel 2025, a causa di una SF-25 che ha deluso le aspettative. Oggi andremo a scoprire uno dei più gravi difetti della monoposto del Cavallino.
In casa Ferrari si guarda con moderato ottimismo al fine settimana di Baku, una pista dove le ultime quattro pole position sono state tutte appannaggio di Charles Leclerc. Il monegasco si esalta tra le stradine della capitale dell’Azerbaijan, ma non ha mai trasformato la partenza al palo in vittoria, chiudendo, come miglior risultato, in seconda posizione lo scorso anno. Difficilmente si potrà fare di meglio in questa edizione, considerando le difficoltà della SF-25.
La McLaren arriva a Baku da grande favorita, con la possibilità di vincere il secondo titolo mondiale costruttori di fila, con sette gare di anticipo rispetto alla fine della stagione. Dal canto suo, la Ferrari è uscita con le ossa rotte dal week-end di Monza, dove non è arrivato neanche un podio, con Leclerc quarto a 25 secondi dal vincitore Max Verstappen, al top al volante di una Red Bull che si è esaltata sui rettilinei del tempio della velocità. Nel frattempo, un’analisi pubblicata sul sito web “Virgilio.it“, evidenzia uno dei grandi limiti della deludente monoposto italiana.
Le gomme sono uno degli aspetti più fondamentali da saper comprendere ed interpretare nella F1 di oggi, e da quando è arrivata la Pirelli, nell’ormai lontano 2011, la Ferrari ci ha capito poco o nulla. La SF-25 ha gravi difetti nella gestione delle temperatura interna della mescola, un aspetto che invece esalta le caratteristiche della McLaren MCL39. I team, lo ricordiamo, non possono inserire un sensore dentro la gomma, e devono stimarla partendo dalla pressione, quindi dalla temperatura dell’aria dentro la camera di gonfiaggio. Questo valore sale di tanto quando la gomma viene sollecitata, ed i piloti iniziano a lamentarsi di surriscaldamento.
Su alcune piste, Charles Leclerc e Lewis Hamilton hanno sofferto enormemente di questo fenomeno, ed il surriscaldamento, chiamato anche overheating, diminuisce i livelli di grip, rendendo l’auto più difficile da guidare e, dunque, più lenta. Per questo la Ferrari spesso ha mancato il tentativo decisivo nel Q3 o perde presto prestazioni nell’arco dello stint, perché non riesce a mantenere con costanza la finestra di utilizzo delle mescole. Al discorso pneumatici va sempre aggiunto il guaio legato alle altezze da terra, con la SF-25 che non è mai riuscita a lavorare ai livelli sperati, per via di difetti intrinseci che non sono più risolvibili.
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