Dopo l’addio di Suzuki, la MotoGP si prepara a un’altra rivoluzione epocale. Una squadra di vertice a causa dei problemi finanziari potrebbe salutare a breve.
Il mondo delle corse è un business. Dall’esterno osserviamo piloti e tecnici dare tutto per raggiunge i massimi risultati sportivi in pista, ma dietro alla passione ci sono interesse finanziari che sono prioritari. Le Case produttrici investono cifre record per correre ai massimi livelli in MotoGP. Non sempre è un buon affare, per questo Suzuki è uscita qualche anno fa dalla griglia per dedicarsi ad altri progetti e BMW tentenna, preferendo correre in Superbike a costi inferiori.
Inoltre, dal 2020 la Ducati domina la scena, lasciando le briciole agli avversari. Le giapponesi, Yamaha e Honda, sono crollate in fondo alla graduatoria dei costruttori. Aprilia deve fare i conti ora con la crisi inaspettata della Piaggio e KTM è andata vicinissima alla bancarotta. Il costruttore austriaco si è salvato grazie all’intervento di Bajaj. Gottfried Neumeister, nuovo CEO, ha sottolinea che la presenza continuativa del marchio nella categoria regina dopo il 2026 dipenderà da numerosi fattori, tra cui le nuove normative sui costi.
La Casa costruttrice di Mattighofen è piombata in una crisi finanziaria che ne minacciava la continuità nella competizione. La produzione commerciale è tornata alla normalità dopo l’accordo con gli investitori indiani, ma permangono dei dubbi sulla presenza in MotoGP nel 2027.
Neumeister ha chiarito che KTM rispetterà il suo attuale contratto fino alla fine del 2026, ma la sua prosecuzione oltre tale data è condizionata: “Se possiamo permettercelo, continueremo. In MotoGP dobbiamo valutare se ha senso continuare; deve essere in linea con il nostro piano aziendale e apportare un valore reale“. L’abbassamento della cilindrata a 850 cc, la riduzione dell’aerodinamica, l’arrivo di Liberty Media, potrebbero offrire nuovi spunti di interessi per altre azienda, ma il nuovo CEO di KTM spera in un cambiamento di costi. “Sono un grande appassionato di MotoGP ed essere un passo avanti rispetto a costruttori con risorse molto maggiori dimostra la nostra forza“, ha concluso Gottfried Neumeister. La voglia di continuare c’è, ma occorreranno i giusti presupposti.
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