La Ferrari SF-25 era stata presentata in pompa magna, con l’ambizione di riportare a Maranello quel titolo mondiale che manca da quasi vent’anni. La vettura si è poi rivelata un flop, ma ora si spera nella nuova sospensione posteriore.
Il 18 febbraio 2025, la Ferrari tolse i veli alla nuova SF-25, la monoposto chiamata a riportare a Maranello i titoli mondiali, che mancano ormai dal biennio 2007-2008. Dopo aver perso il costruttori per soli 14 punti a vantaggio della McLaren lo scorso anno, mancava solo l’ultimo step per poter puntare al vertice. Tuttavia, ancora una volta, la Scuderia modenese ha fallito questo salto di qualità, come era accaduto, in tempi recenti, anche nel 2019 e nel 2023.
La SF-25 si è rivelata un flop, che solo nelle ultime gare ha messo in mostra qualche passo in avanti, non certo sufficiente per sfidare le MCL39, che continuano a fare un sol boccone della concorrenza. La Ferrari soffre di problemi di natura meccanica emersi sin da subito, dai test svolti in Bahrain che non avevano dato i riscontri attesi. E la sospensione è l’ultima speranza per cercare di tirare fuori qualcosa di buono dall’ennesimo anno deludente.
La sospensione posteriore assume un’importanza capitale per le ambizioni della Ferrari in vista della seconda parte della stagione. Ma perché la SF-25 si è dimostrata tanto bisbetica rispetto alle aspettative? Tutto si lega ad un’eccessiva usura del plank, ovvero la tavola in materiale composito che si trova sotto la monoposto, e che ha portato alla doppia squalifica delle monoposto al Gran Premio di Cina. Ciò obbliga i tecnici ad alzare l’assetto della monoposto, così da evitare che i commissari intervengano come avvenuto a Shanghai.
Nelle simulazioni, la SF-25 appariva come un’auto molto competitiva, e che si è dimostrata aerodinamicamente valida, ma il problema è di natura meccanica. La sospensione posteriore originale è stata sbagliata, dal momento che non riusciva a gestire i livelli di carico aerodinamico sviluppati, portando ad un innalzamento obbligatorio dell’altezza da terra. Ciò, ovviamente, non consente di sfruttare al massimo i benefici dell’effetto suolo, riducendo il carico aerodinamico.
In Austria, è stato introdotto un nuovo fondo, che ha dato dei buoni risultati, ed ora sarà fondamentale valutare la sua integrazione con la nuova sospensione posteriore. La Ferrari è chiamata a migliorare l’interazione tra meccanica ed aerodinamica, ma i piloti hanno già minimizzato sugli eventuali benefici che la sospensione potrà dare in termini di guidabilità e prestazioni. Sarà solo pre-tattica o Charles Leclerc e Lewis Hamilton avranno ragione? Il Gran Premio del Belgio ci fornirà le risposte che cerchiamo su quest’ultima spiaggia tentata a Maranello negli ultimi mesi.
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