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Quando è arrivata l’auto in Italia? Ecco la verità sui motori a scoppio

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Davide Russo

Tutti sanno che il papà dell’auto fu Karl Benz. In Germania ma anche in altri Paesi c’era l’esigenza di sviluppare un mezzo rivoluzionario.

I primi prototipi di auto-mobile, nel senso letterale del termine, sono risalenti al 700. La trazione animale non poteva più soddisfare e tanti ingegnosi inventori provarono a capire come poter spostare, comodamente, le persone su lunghe distanze. I primi progetti ruotarono, come avveniva con le locomotive, sull’uso del vapore.

Auto (AdobeStock) – Tuttomotoriweb.it

Dopo i primi problemi legati alla velocità ridottissima e alla difficile sterzata, tali mezzi progredirono sempre più. Nel 1864 l’italiano Innocenzo Manzetti introdusse la prima autovettura a vapore moderna, capace di destreggiarsi sulle strade. Era una carrozza spinta dal principio del vapore. La notizia suscitò un certo clamore sui giornali valdostani e piemontesi tra il 1869 e il 1870. Non poteva considerarsi una prima vettura, ma diede il via al passaggio rivoluzionario degli anni successivi.

La prima svolta si ebbe nel 1876 con l’invenzione di Nikolaus August Otto. Quest’ultimo costruì il primo motore a quattro tempi funzionante. I treni avevano ancora una centralità assoluta, così come la bicicletta. Solo alla fine del XIX secolo l’autovettura diventò un importante mezzo di trasporto. Tutta Europa iniziò a lanciare progetti con carrozze con motori a scoppio.

La prima auto in Italia

Nel 1883 nacquero le prime industrie automobilistiche. Il precursore fu Karl Benz che, dopo aver lasciato la fabbrica di motori A.G. Gasmotorenfabrik, creò la Benz & Cie. In Germania a Mannheim fu sviluppata la prima auto moderna con motore a combustione a due tempi. A macchia d’olio furono fondate tantissime fabbriche: in Francia a Puteaux, la De Dion, Bouton et Trépardoux, in Italia nel 1884 Enrico Bernardi sviluppò a Verona un prototipo di veicolo con motore a benzina, con tre ruote.

Le auto dell’epoca, naturalmente, erano molto elementari. Non potevano raggiungere velocità di punta elevate né potevano godere di una grande autonomia. Benz progettò il primo veicolo con motore endotermico. Nello stesso anno il connazionale Gottlieb Daimler prese una direzione leggermente diversa che, in seguito, confluì con lo storico marchio Daimler Benz. L’Europa era in fermento. Rudolf Diesel brevettò un nuovo modello che, come avrete intuito dal nome, anticipò la costruzione del primo motore Diesel.

In Italia l’auto con motore a benzina è legata al nome di Enrico Bernardi. Nel 1894 fu fondata la Miari & Giusti, prima fabbrica italiana di automobili. Nel giro di pochi anni l’auto divenne sempre più simile a quella che conosciamo dal dopoguerra. Nel 1899 fu ideata la frizione. Con l’avanzamento della tecnologia qualche genio ebbe l’idea di far nascere il Motorsport. In Francia fu ideata la famosissima la Parigi-Rouen.

L’importanza della FIAT

Con i motori a benzina si iniziarono a toccare velocità già più impegnative. Le case automobilistiche iniziarono a nascere in giro per il mondo. Se negli Stati Uniti, ad inizio del 1900, la Ford fece scalpore con il suo modello T e l’idea della catena di montaggio, in Italia il brand di riferimento era la FIAT. La Fabbrica Italiana Automobili Torino fu fondata nel 1899 e, grazie alla consulenza tecnica dell’ingegnere Enrico Bernardi, ebbe un ruolo essenziale nella motorizzazione del nostro Paese.

Si posero le basi per la produzione in massa di autovetture che potessero essere alla portata anche di una fascia economica medio bassa. La FIAT, in questo, fu lungimirante. Nel 1936 fu, infatti, lanciata la Topolino. In Germania la Volkswagen Maggiolino ebbe lo stesso effetto e fu voluta, espressamente, da Adolf Hitler. La tondeggiante “auto del popolo” è, tutt’ora, una delle più vendute della storia. Le automobili divennero così un mezzo di trasporto urbano per tutte le classi, non solo quelle più abbienti.

La Seconda Guerra Mondiale sospese questo sviluppo per i privati. I mezzi divennero funzionali al conflitto bellico. Finita la guerra, fecero la comparsa sul mercato gli pneumatici radiali. Poi arrivò il boom economico e vera diffusione dell’automobile in ogni angolo della terra. Il resto è storia conosciuta.

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Davide Russo

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