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Formula 1

Ferrari, c’è una statistica molto negativa: ecco di cosa si tratta

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Giovanni Messi

La Ferrari punta al titolo mondiale, che manca da tanti anni. I più attenti avranno notato anche un dato che fa impallidire i fan.

I motori della F1 stanno per riaccendersi, ed in questi giorni stanno andando in scena le presentazioni delle nuove monoposto. Va detto che per ciò che abbiamo visto sin qui sarebbe più corretto parlare di nuove livree, mentre non ci sono dubbi sul fatto che la Ferrari mostrerà, a tutti gli effetti, la SF23, così come farà la Mercedes il giorno dopo con la F1 W14.

Ferrari F1-75 con Leclerc in Messico (ANSA)

Come facciamo ad esserne così sicuri? Entrambe hanno in programma uno shakedown immediatamente successivo alla presentazione, che il Cavallino terrà a Fiorano Modenese ed il team di Brackley a Silverstone, ed è logico pensare che queste due squadre vogliano girare con le nuove monoposto e non certo con quelle dell’anno passato.

La Ferrari ha su di sé sempre una grande attenzione mediatica, ma quest’anno essa sarà ancor maggiore. Infatti, di questa SF23 si è parlato davvero un gran bene per tutto l’inverno, cosa che non accadeva, in maniera così importante, da diversi anni. Se questo basterà per battere la Red Bull lo vedremo soltanto in pista, senza dimenticarci che non dovremo farci ingannare dalle prime gare.

Dopo le prime tre tappe dello scorso anno, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul fatto che Max Verstappen si sarebbe portato a casa il titolo mondiale con un mese e mezzo di anticipo rispetto al gran finale di Abu Dhabi, visto che Charles Leclerc sembrava in controllo della situazione.

Purtroppo per la Rossa, tutto è poi cambiato in pochi mesi, a causa di uno sviluppo non all’altezza, di un’affidabilità precaria ed anche dei clamorosi errori del muretto. Tutto ciò ha portato alla cacciata di Mattia Binotto, a cui è subentrato Frederic Vasseur. Il nuovo team principal dovrà gestire una situazione del tutto nuova.

Ferrari, più secondi posti che titoli mondiali nella storia

La Ferrari deve far fronte anche ad una statistica davvero poco esaltante che la riguarda. Stiamo parlando dei piazzamenti a fine stagione, con i piloti del Cavallino che, dal 1950 ad oggi, hanno concluso le varie stagioni per ben 19 volte al secondo posto nel mondiale piloti, a fronte di 15 campionati vinti.

Il “sorpasso” è avvenuto nel 2013, quando Fernando Alonso chiuse nella piazza d’onore per la terza volta in quattro anni, portando la statistica negativa a quota 16. In seguito, Sebastian Vettel si è dovuto accontentare dello stesso piazzamento sia nel 2017 che nel 2018, e lo scorso anno ci ha pensato Charles Leclerc a laurearsi vice-campione del mondo, con un distacco enorme nei confronti della Red Bull di Max Verstappen.

Il monegasco ha gestito alla perfezione il round finale di Abu Dhabi, riuscendo a battere di strategia Sergio Perez, tenendolo dietro per 3 punti in graduatoria generale. Tuttavia, si tratta di un risultato sicuramente poco gratificante, visto che il secondo, come diceva il grande Enzo, è soltanto il primo dei perdenti.

La Ferrari, anche per quanto riguarda i posizionamenti nel mondiale costruttori, è ormai abbonata a chiudere in seconda posizione. Da quando siamo entrati nell’era ibrida, ciò è successo nel 2015, nel 2017, 2018, 2019 e 2022. Nell’era recente delal F1, tale piazzamento si era verificato anche nel 2012, nel 2006, nel 1998, 1997 e 1996.

In quest’ottica, il 2023 diventa una stagione davvero fondamentale per cercare di smuovere i numeri delle classifiche che contano, ovvero quelle riservate ai due titoli mondiali. La Scuderia modenese è ancora agevolmente la più vincente di sempre, ma Red Bull e Mercedes, che dal 2010 si dividono i successi iridati, si stanno avvicinando in maniera pericolosa.

Il team di Milton Keynes è a quota 6 titoli piloti vinti e 5 costruttori, ma considerando che corre in F1 solamente dal 2005 i dati sono spaventosi. Anche la casa della Stella a tre punte, dal ritorno datato 2010, ha vinto tantissimo, portandosi a casa 7 titoli piloti ed 8 costruttori, lasciando alla concorrenza soltanto le briciole. A Maranello c’è bisogno di invertire la tendenza, altrimenti saranno i più vincenti soltanto per poco tempo ancora.

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Giovanni Messi
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