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Cosa vuol dire il nome Mercedes? Ecco tutta la spiegazione

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Giovanni Messi

La Mercedes produce auto di alto livello da oltre un secolo, ed oggi vi spiegheremo perché si chiama così. La risposta vi stupirà.

Quando parliamo di Mercedes ci vengono subito in mente i modelli stradali più famosi, quelli che hanno fatto la storia delle quattro ruote, come la Classe A e tante altre, ma spesso ci dimentichiamo anche di ciò che questo marchio ha rappresentato per le corse automobilistiche.

Mercedes ecco il motivo del nome (Adobe Stock)

Dovunque ha gareggiato, la casa di Stoccarda ha sempre dominato la scena, come avvenuto in F1 negli anni Cinquanta ed anche sino a poco tempo fa, dopo che il team venne riportato in vita da Ross Brawn nel 2010. La realtà per i rivali storici delle frecce d’argento è molto amara, ed anche in termini di mercato, le vendite di questo marchio sono sempre state molto difficili da eguagliare.

Riguardo alla Mercedes, come tanti altri costruttori, c’è però una curiosità che in pochi conoscono: sapete il motivo per cui si chiama così? Oggi vi forniremo una risposta sull’argomento, e siamo certi che resterete colpiti scoprendo la verità, visto che ha stupito in primis anche noi il motivo che ha portato alla sua denominazione finale che oggi tutti conosciamo alla perfezione.

Mercedes, ecco perché la casa tedesca si chiama così

La Mercedes è un marchio automobilistico che tutti conosciamo, ma in molti non sanno il motivo per cui si chiama così. La casa tedesca nacque nel 1904, e fu fondata dalla Daimler-Motoren-Gesellschaft, che fu attiva sino al 1926. Da quel momento in poi, dopo 22 anni di attività, avvenne la fusione tra Daimler e Benz, e nacque così la Mercedes-Benz.

Per poter far gareggiare con le vetture marchiate Daimler, l’imprenditore austriaco Emil Jellinek, console e generale austro-ungarico a Nizza, in Francia, dovette utilizzare una specie di pseudonimo, e fu così che decise di ordinare ben 36 auto da corsa, scegliendo il nome di sua figlia, ovvero Mercedes.

Dunque, al contrario di quanto pensano in molti, la casa di Stoccarda non si chiama in questo modo perché ha ripreso il nome o il cognome del suo fondatore, ma per un semplice “trucco” da parte di questo imprenditore ed anche uomo molto potente dal punto di vista burocratico.

In quel momento, iniziava la storia della casa della Stella a tre punte, che in tutti questi anni avrebbe ottenuto un successo incredibile sul fronte dell’automotive, ma anche in molti altri campi. Per quanto riguarda il motorsport, le famose frecce d’argento hanno fatto il bello ed il cattivo tempo negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale, ma anche nelle prime stagioni del mondiale di F1.

Impossibile dimenticare la meravigliosa W196 iridata con Juan Manuel Fangio, la monoposto della massima formula venduta all’asta per ben 19 milioni di euro qualche anno fa in un suo esemplare. Neanche le Ferrari di Michael Schumacher sono riuscite a fare di meglio, fermandosi a qualche milione di distanza.

Purtroppo, la storia del marchio tedesco nel motorsport si è fermata proprio negli anni Cinquanta, a seguito di un terribile incidente che portò anche la Svizzera a bandire le gare automobilistiche nei propri confini. Ci stiamo riferendo alla tragedia avvenuta alla 24 ore di Le Mans l’11 giugno del 1955, quando la Mercedes 300 SLR di Pierre Levegh andò fuori pista sul rettilineo principale, finendo in tribuna e causando la morte di ben 83 spettatori, più quella del pilota stesso.

Per rivedere il marchio di Stoccarda impegnato in pista abbiamo dovuto attendere oltre trent’anni, visto che alla fine degli anni Ottanta venne firmata la partnership con la Sauber per la fornitura dei motori nel mondiale prototipi, prima dell’accordo con il team di Himwil anche per la F1 datato 1993.

A quel punto, la casa tedesca era intenzionata a fare sul serio, e nel 1995 passò a fornire i propulsori alla McLaren, e durante la loro partnership arrivarono tre titoli mondiali piloti (1998-1999 Mika Hakkinen, 2008 Lewis Hamilton) ed un costruttori nel 1998. Nel 2009, fu la Brawn GP di Jenson Button a fare la storia, ed a quel punto, le frecce d’argento erano pronte a tornare con un loro team.

Dopo alcuni anni difficili, la squadra diretta da Toto Wolff ha portato a casa sette titoli piloti di fila tra il 2014 ed il 2020 ed addirittura otto costruttori, siglando il nuovo record per quanto riguarda la striscia di successi consecutivi. Questo marchio vanta anche tante altre vittorie in categorie differenti, come nel DTM, ma anche alla 24 ore del Nurburgring, oltre a diverse partecipazioni alla 24 ore di Le Mans. La storia della casa di Stoccarda è piena di successi, ed anche di continue innovazioni tecnologiche, come dimostra la grande salute del settore automotive dove i numeri sono in continua crescita.

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Giovanni Messi

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